Territorio e persona sono i pilastri della nuova economia

Al Faberlab una lezione dell'economista Leonardo Becchetti in ricordo di Marino Bergamaschi. Confartigianato Imprese Varese continua il suo percorso sul tema del cambiamento

leonardo becchetti faberlab

Ogni tempo ha le sue parole. Nell’era della globalizzazione mercato, finanza, impresa, profitto e solidarietà convivono con wikieconomia, consumattore, imprese multistakeholder, glocale e condivisione. Non è una convivenza facile perché tra il dire e il fare c’è di mezzo la realtà con le sue incongruenze e discontinuità, ma è grazie al lavoro di economisti come Leonardo Becchetti e di imprenditori, piccoli o grandi che siano, disposti ad ascoltarli che il cambiamento può risultare più veloce e meno cruento.

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Al Faberlab di Tradate di fronte a molti artigiani e ai loro rappresentanti nazionali, regionali e locali, le nuove parole hanno risuonato in ricordo di Marino Bergamaschi, ex direttore di Confartigianato scomparso quattro anni fa, che con largo anticipo sui tempi aveva messo in pratica nella rappresentanza molti dei concetti e delle provocazioni economiche illustrate dall’economista dell’università “Tor vergata” di Roma.

«Qui si dà valore al territorio e alla persona» ha esordito Giorgio Merletti presidente nazionale di Confartigianato. «Rappresentare gli interessi significa essere attori economici e sociali sul territorio» ha rilanciato il segretario provinciale Davide Galli. È fuori di dubbio che tra gli imprenditori c’è una nuova consapevolezza anche rispetto alla politica che negli ultimi vent’anni ha fatto proprie alcune parole d’ordine, come territorio, appunto, limitandosi a masticarle senza digerirle. E siccome i nuovi tempi non sopportano gli slogan, Becchetti ha messo subito le mani avanti affermando che: «gli economisti sono condannati alla solitudine, perché vivono con le loro idee». Un po’ come l’ala destra nel calcio, fantasiosa e attenta al gioco, ma solitaria per sua necessaria costituzione.

Se è vero che “Il mercato siamo noi”, come recitava il titolo della giornata organizzata da Confartigianato, allora nessuno si deve sentire escluso. Unicuique suum, a ciascuno il suo. Ognuno deve fare la sua parte perché la wikieconomia si costruisce dal basso: il cittadino «consumattore» deve votare con il portafoglio per premiare un’economia a misura d’uomo, l’imprenditore per mettere in atto il cambiamento deve pensare più al tempo che allo spazio («lo dice anche l’economista Papa Francesco), le banche devono tornare a finanziare l’economia reale («c’è più equity nelle banche etiche che in tutte le altre»), la politica economica deve promuovere un protezionismo etico favorendo i prodotti con valore ambientale e sociale e non delocalizzabili. «Per anni spesa pubblica, svalutazione, basso costo del lavoro sono stati il nostro successo – ha detto Becchetti -. Ora abbiamo il tasso di crescita peggiore della Ue. Per rinascere dobbiamo creare valore economico in maniera socialmente e ambientalmente sostenibile».

Secondo il segretario generale di Confartigianato, Cesare Fumagalli, le imprese artigiane fanno già economia sociale perché la loro sopravvivenza nella tempesta perfetta della crisi non è dettata dalle dimensioni e tantomeno dai rapporti di forza con i portatori di interesse, quanto piuttosto dalla capacità di continuare a relazionarsi con le persone.
Merletti, ricordando Marino Bergamaschi, lo ha definito «un visionario».
Oggi sarebbe in linea con il nuovo tempo.

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 28 Marzo 2014
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