Cessione Pro Patria, moderato ottimismo
Il primo incontro tra Vavassori e la cordata di imprenditori è servito a capire richieste e forze in campo. Ora l'imprenditore milanese dovrà formulare una controproposta entro la fine della settimana
Il primo incontro per la cessione della Pro Patria c’è stato, ora si tratta di trovare la quadra tra la richiesta di Pietro Vavassori, 300 mila euro, e l’offerta del gruppo di imprenditori (pare 50 mila euro), con qualche condizione da accontantare. Si respira moderato ottimismo al tavolo della trattativa instaurata oggi dall’imprenditore milanese e il gruppo rappresentato dall’assessore Alberto Armiraglio.
Il primo incontro per la cessione della Pro Patria c’è stato, la sensazione è che si possa arrivare ad una conclusione positiva e che Vavassori è disposto a scendere anche di molto rispetto alla richiesta iniziale ma pare che alcuni dei nomi entrati in gioco non siano a lui graditi, sia per quanto riguarda la nuova dirigenza che per la gestione del settore giovanile.
Queste sarebbero le richieste dell’attuale detentore delle quote societarie da accontentare per ripartire anche se non si capisce per quale motivo chi vende debba dettare legge sulle scelte di chi subentra ma ormai, in casa Pro Patria non ci si stupisce più di niente, soprattutto da parte di chi ha sempre parlato del “bene della Pro Patria” e poi ha dato le chiavi della società a Mauro Ulizio.
Vavassori, comunque, ha preso qualche giorno di tempo per formulare la controproposta da presentare al gruppo di acquirenti formato da Saverio Zangari, Patrizia Testa, Lino Petenà e Angelo Zaro. Entro la fine di questa settimana il patron uscente la presenterà agli interessati e solo allora si capirà se la Pro potrà ripartire dalla serie D (in attesa del verdetto della giustizia sportiva per il caso calcioscommesse, ndr) o se l’attuale società sparirà dal calcio.
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