TSIPRAS un esempio da non seguire per conservare pace e ordine
5 Luglio 2015
Tsipras, il greco, che RINNEGA I PROPRI PADRI perché vorrebbe che i benefici da loro goduti non siano onorati nei pagamenti pretendendo che gli stessi pagamenti siano pagati da chissà chi.
Tsipras, il greco, l’esempio di chi è andato al potere sapendo di non essere in grado di rispettare le promesse elettorali indipendentemente dalla sue capacità.
Tsipras, il greco che porta il suo vantaggio competitivo su altre forze politiche perché sa illudere ogni cittadino garantendo la sopravvivenza con il più diffuso vitalizio (LA PENSIONE) anche se il sistema non può garantirlo.
Tsipras, il greco in sei mesi ha dimostrato l’incapacità governativa chiamando ora il popolo a decidere una questione decisamente tecnica.
Tsipras, il greco sarà il primo dei tanti che seguiranno (ci saranno anche gli Stati Uniti nei prossimi anni) che non ha capito che la GLOBALIZZAZIONE ha reso gli Stati Sovrani delle mere ASSOCIAZIONI PROFIT che per sopravvivere dovranno garantire il PAREGGIO DI BILANCIO Statale.
Tsipras, il greco che con la convocazione del referendum tenta di fare Ponzio pilato per uscire dalla politica nel migliore dei modi.
Tsipras il greco colui che senza soldi ha pure fatto stampare schede e convocato scrutatori per indire un inutile referendum (ecco come la politica che non sa fare i conti risolverebbe con azioni politiche da sogni il caso).
Ma a proposito di soldi…. si dice che i greci non abbiano più soldi.. eppure la fuga di capitali nazionali è una marea incontenibile e ora ci sono le file ai bancomat…
Ma allora ancora di più è dimostrato che Tsipras, il greco NON HA ATTUATO E NON HA DIMOSTRATO NESSUNA politica di REDISTRIBUZIONE dei redditi greci al fine di lasciare a carico di altre Istituzioni (Estere o caritatevoli) la parte di popolo chi muore di fame e salvaguardando i ricchi e sostenendo che se Europa o Fondo Mondiale contribuiscono (a fondo perso??) molti greci non hanno i soldi per mangiare.
Il meglio del peggio. Prendiamo atto se qualche italiano vorrebbe anche da noi dare seguito a questo modo di agire per capire di che pasta è fatto.
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La fine della Grecia è iniziata con il mega-indebitamento chiesto per la realizzazione dei giochi olimpici.
Da lì un governo incapace ed una classe dirigente di corruttori hanno definitivamente segnato la incapacità sistemica della Grecia di poter onorare i debiti e di garantire un sistema pensionistico che possa auto-sostenersi.
In Italia come sempre si insegue sempre il lato passionale della vicenda , la povera Grecia strozzata dalle banche europee, quando in realtà le banche europee si son dimostrate fin troppo tolleranti di fronte ad una intera classe politica inetta e corrotta, la quale prima chiede una montagna di denaro colossale sapendo che non può pagare nemmeno gli interessi e poi fa la parte della vittima.
Anche in Italia abbiamo la nostra Tsipras, pensiamo solo ai vari slogan NO EURO berciati sempre dalle solite bocche. Slogan populisti che fanno presa solo tra una massa di votanti ignorante, che non si informa, attratta sempre da una campagna improntata allo scontro del diverso. Massa berciante che prima critica l’euro ma poi accoglie a mani aperte le innumerevoli sovvenzioni che l’Europa ogni anno ci elargisce.
Questo è un male comune. L’altro male è che purtroppo tutti hanno il diritto di voto anche chi non è in grado nemmeno di mettere insieme una frase. Gente così non dovrebbe essere in grado di scegliere il destino di una nazione perché inevitalmente voterà sempre il peggio. E’ quello che stanno facendo i greci con questo referendum. Per 20 anni hanno avallato la peggiore classe dirigente esistente ed ora indicono un referendum su di un tema dove si conoscono già i risultati e le conseguenze.
Chi è causa dei suoi mali pianga se stesso. Cari Greci, piangete pure.
By the way: in Grecia esiste una evasione fiscale altissima. Magari far pagare le tasse 10 anni fa sarebbe stata la soluzione per disporre oggi di un po’ di soldi per pagarsi i debiti.
Vi ricorda qualcuno?
con tutto il rispetto: dire “non ci sono più soldi, eppure la gente fa la fila al bancomat”, è un po’ come dire che un inverno freddo contraddice il riscaldamento globale o che i ristoranti sono pieni, quindi non c’è crisi. il tema è complesso e meriterebbe analisi oggettive e fondate sui dati
Una interessante analisi del debito greco:
http://partitodemocraticoparigi.org/2010/05/03/la-crisi-greca-for-dummies-emanuele-dolce/
fra le tante analisi credo valga la pena leggere anche questa, di un economista http://www.lavoce.info/archives/35860/grecia-come-evitare-lerrore-fatale/