Camping, reati prescritti e tutti assolti in appello

Milano ribalta la sentenza di Varese. Ma Il processo di secondo grado non elimina la confisca. Quindi, il cda del 7 Laghi è innocente ma l'area sarà loro tolta. Una incongruenza che darà luogo a ricorso

I giudici d’appello di Milano hanno deciso che gli amministratori del camping 7 laghi di Azzate non vanno condannati per l’accusa di aver trasformato quell’area in un quartiere abusivo. Sono passati due anni, lo sgombero di 500 persone e purtroppo c’è stato anche un omicidio dentro il camping, la scorsa estate, generato forse da un grave clima di tensione. Ovviamente tutti episodi che nulla c’entrano con la legittimità delle decisioni giudiziarie, ma che semmai sono fatti di cronaca collocabili nella vita di una comunità che, a torto o a ragione, da anni aveva scelto di vivere “low cost” sulle rive del lago; dando vita a una forma di esperienza comunitaria fuori dagli schemi, con casette e bungalow tirate su fin dagli anni ottanta (esistono anche le foto del palio del campeggio, un gioco dei 4 cantoni) e che a un certo punto la procura di Varese ha fatto sequestrare perché, secondo le accuse da anni era stata instaurata una situazione di abuso edilizio continuato e permanente, illegale e senza le dovute autorizzazioni. Ebbene, i giudici di appello, dopo che il tribunale di Varese aveva condannato 5 amministratori della società in primo grado, hanno stabilito che per la lottizzazione abusiva e i reati ambientali e demaniali i fatti sono caduti in prescrizione, mentre per quanto riguarda l’allacciamento indebito delle singole utenze fognarie alle casette del camping, è intervenuta l’assoluzione.

LE TAPPE DELLA VICENDA

Gli avvocati della difesa, Alberto Zanzi e Fabio Ambrosetti, hanno sostenuto (e la corte d’appello ha probabilmente dato loro ragione) che le lottizzazioni erano iniziate almeno negli anni ottanta e che quei reati sono oramai prescritti. Rimane però da capire adesso che fine farà il camping. La struttura ha subìto un sequestro preventivo firmato dal gip Battarino e una confisca decisa dalla sentenza di primo grado del giudice Azzena, che però non è ancora esecutiva. Il tribunale di secondo grado non è intervenuto sulla confisca. Bisognerà leggere la sentenza, ma in teoria ci si potrebbe trovare di fronte a questa apparente incongruenza: il cda del camping 7 laghi viene assolto (senza dimenticare la prescrizione), ma il campeggio rimane confiscato. Inoltre, il pm Massimo Politi deve ancora esercitare l’azione penale nei confronti dei singoli soci (il processo era infatti solo agli amministratori del cda) della società, ma adesso si troverà come precedente la prescrizione in appello per 3 dei 4 reati.  
Gli imputati assolti sono il presidente del cda Alessandro Scandroglio e gli altri quattro soci: Franca Brioschi, Maurizio Filippi, Stefano Sandoni, Tommaso Tancredi.

LA CONDANNA IN PRIMO GRADO

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 25 Marzo 2014
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