Chiesto il rinvio a giudizio per Roberto Maroni
L'accusa per il presidente della Regione è quella di aver fatto pressioni per far ottenere un lavoro e un viaggio a Tokyo a due ex collaboratrici
Chiesto il rinvio a giudizio per Roberto Maroni. Il pubblico ministero Eugenio Fusco ha infatti chiesto il rinvio a giudizio per il presidente della Regione Lombardia con l’accusa di “turbata libertà” nel procedimento di scelta del contraente e “induzione indebita” per presunte pressioni per far ottenere un lavoro e un viaggio a Tokyo a due ex collaboratrici.
Il pubblico ministero ha chiesto il processo per altri cinque, tra cui Expo 2015 Spa, la società che gestisce l’esposizione universale, e anche il direttore generale Christian Malangone. L’udienza preliminare che stabilirà se Maroni andrà a processo è fissata davanti al Giudice Chiara Valori per il 30 settembre.
«Il pm Fusco ha chiesto il mio rinvio a giudizio: me l’aspettavo e sono tranquillissimo. Si tratta di
accuse ridicole (la promessa di un viaggio mai fatto, costo per la Regione: zero euro), destituite di ogni fondamento o rilevanza, formulate da un magistrato mosso da un evidente pregiudizio politico e incattivito dal clamoroso flop delle sue precedenti inchieste su Lega e Finmeccanica – scrive sul suo profilo Facebook il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni -. Ho sempre avuto
massima fiducia nella giustizia e non cambio idea, anche dopo le gravi irregolarità registrate in questa indagine. Sono certo che un giudice terzo e indipendente non potrà che archiviare questa inchiesta per quello che è: una buffonata. Nella mia lunga attività politica, da Ministro prima e ora da Governatore, ho sempre lavorato nell’interesse dei cittadini con impegno e onestà. Rifarei tutto ciò che ho fatto nel modo in cui l’ho fatto, senza farmi impressionare o intimidire da iniziative ‘giudiziarie’ di chiaro sapore mediatico e politico».
«Ancora una volta i vertici di Regione Lombardia sono oggetto di indagini della magistratura – commenta il segretario regionale del Pd Alessandro Alfieri a margine della notizia della richiesto di rinvio a giudizio del presidente della Regione Roberto Maroni -. Al di là dei risvolti giudiziari, è evidente il problema di opportunità politica che Maroni non può liquidare con un semplice ‘accuse ridicole’. Sono anni che chiediamo una riforma del sistema di controlli sulle partecipate regionali ma, nonostante gli scandali che hanno travolto Aler, Infrastrutture Lombarde ed FNM, non è stata ancora presa alcuna iniziativa per rendere più trasparente un modello senza contrappesi che vede il Consiglio regionale privo di controlli efficaci».
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