Schiuma nel naviglio, “colpa” di piogge e cantieri
Sabato e domenica centinaia di persone hanno avvistato la schiuma nel Canale Industriale, che confluisce nel Naviglio Grande. Cosa è successo? Da Arpa e gestore le prime risposte
Cosa è successo, sabato e domenica, tra il depuratore di Sant’Antonino e il Canale Industriale? Da dove vengono le schiume corpose e persistenti che hanno coperto le acque azzurre derivate dal fiume Ticino? Secondo una prima relazione Arpa, da informazioni del gestore del depuratore, alla base ci sarebbero la grande quantità di pioggia caduta venerdì notte e la contemporanea presenza di cantieri nell’impianto.
L’episodio risale a sabato e domenica e ha creato una grande attenzione, anche perchè lo spettacolo (inquietante alla vista) è rimasto visibile per due giorni interi alle numerose persone che percorrono la ciclabile lungo il canale (foto di Walter Girardi, Lonate Pozzolo). «Stiamo cercando anche noi di capire» ammette nel pomeriggio di lunedì Giuseppe Filoni, che è l‘amministratore unico della Tutela Ambientale dei torrenti Arno, Rile e Tenore S.p.A, proprietario dell’impianto e socio della Prealpi Servizi. Le ipotesi in campo sono ancora più d’una e proprietario e gestore rinviano a martedì una relazione ufficiale completa.
Alla base, ci sarebbero il caldo anomalo o le piogge eccessive. Filoni specifica che ovviamente si è di fronte alle prime rilevazioni, ma spiega anche che la causa sarebbe legata anche al «caldo anomalo», che «ha provocato un danno ai motori dei compressori». Arpa invece, nella sua nota ufficiale che riportiamo di seguito, fa propria anche l’ipotesi di un afflusso eccessivo di acque a causa delle improvvise piogge nella notte di venerdì.
Cosa c’era “dentro” le schiume? Anche qui Filoni avanza una ricostruzione, ma ancora parziale. «È molta più l’immagine che il reale potenziale del danno: sono tensioattivi che ci sono sempre presenti nelle acque, anche se in quantità minore». E in effetti le schiume vengono spesso lamentate da chi passa in zona, ma rientrano nella normalità: «Noi facciamo l’abbattimento ma le schiume si formano comunque. Sicuramente sono tensioattivi, ma aspettiamo le verifiche. L’acqua che entra nel canale è di solito pressoché simile a quella del canale, anzi solitamente hanno un contenuto di ossigeno maggiore a causa del trattamento della fitodepurazione». In aggiunta a questo c’è anche un terzo elemento: «Stiamo ultimando dei lavori di potenziamento di tutte le linee, abbiamo in corso tre cantieri contemporaneamente, per far fronte a questa situazione» aggiunge ancora Filoni. Anche questo elemento è citato anche nella comunicazione di Arpa.
L’Arpa è intervenuta per la prima segnalazione arrivata da Turbigo, dove è intervenuto anche il sindaco Christian Garavaglia (che ha convocato per i prossimi giorni anche una commissione sull’episodio). Da Arpa Lombardia è arrivata poi anche una dettagliata relazione ai media, che riportiamo pressochè integralmente: Arpa spiega che la prima segnalazione è stata fatta da persone intervenute all’altezza della centrale Edipower di Turbigo, circa 4 km più a valle. “Non essendovi insediamenti cui ricondurre la segnalazione collocati nel territorio della provincia di Milano si è subito contattato il gestore dell’impianto di depurazione della Società Prealpi Servizi sito nel territorio di a Lonate Pozzolo (VA) che ha il proprio terminale di scarico nel territorio della provincia di Milano”.
Arpa ricostruisce così l’evoluzione in giornata: “Dal responsabile del servizio di emergenza dell’impianto, alle ore 8.50, si apprendeva che l’impianto era in emergenza in quanto a causa dell’aumento di portata provocato dalle piogge della nottata, coincidenti con lo stato di parziale riduzione della funzionalità dell’impianto per i lavori di manutenzione e ampliamento al momento in corso, si era avuto il rilascio dei fanghi dalle vasche di trattamento con una produzione notevole di schiuma. Assicurava che avrebbero immediatamente disposto gli opportuni interventi affinché venisse garantito, per quanto possibile, il recupero della funzionalità delle diverse fasi dell’impianto e altresì aggiunti prodotti anti schiumogeni”.
“Alle ore 13.00 la funzionalità all’interno della sezione biologica dell’impianto era stata ripristinata e che l’aggiunta degli antischiumogeni aveva significativamente ridotto la quantità di schiuma all’interno dell’impianto” continua la nota di Arpa. “La Prealpi Servizi comunicava tuttavia che per ripristinare analoga situazione nella sezione di fitodepurazione e nel canale di scarico sarebbe stato ancora necessario del tempo dato anche i tempi di ritenzione dell’impianto”.
“Alle ore 17.00 – prosegue la relazione Arpa – si apprendeva che anche per quanto riguardava la sezione di fitodepurazione il problema era ormai sotto controllo, mentre era ancora presente nel canale di scarico a causa della turbolenza che caratterizza le acque in questo tratto e che facilita la formazione della schium”.
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