“Grazie a tutti voi, Marco non sarà dimenticato”
La lettera di Maurizio Fiori, papà di uno dei ragazzi deceduti nell'incidente di Nardò: «Un momento terribile, ma con tanti amici accanto»
È difficile per me trovare le giuste parole per dire grazie, in un momento così triste per la mia famiglia, senza cadere nella banalità.
Dopo qualche giorno passato a riflettere, mi sento però in dovere di farlo.
Voglio dire grazie, dal più profondo del cuore, a nome di mia figlia Michela, mia moglie Mariangela, mia nipotina Rebecca, mio e anche di mio figlio Marco a tutti coloro che in questi momenti di angoscia e tristezza ci sono stati vicini e continuano a farlo.
Voglio ringraziare tutti gli amici che ci hanno dato un supporto nelle prime ore e nei primi giorni, voglio ringraziare le centinaia di persone che hanno manifestato la loro vicinanza con scritti e telegrammi, voglio ringraziare i bambini che hanno scritto alla loro maestra, voglio ringraziare tutti gli amici di mio figlio che hanno invaso i social e la mia casa, voglio ringraziare i compagni di squadra (i miei ragazzi) per l’affetto verso di noi e per averlo portato nel suo ultimo viaggio, voglio ringraziare gli amici dell’ultima ora e quelli di vecchia data, voglio ringraziare la mia Società che si è dimostrata una vera famiglia e tutte le Società sportive che si sono strette a noi, voglio ringraziare gli amici che si sono stretti a Michela per confortarla, voglio ringraziare la Città e le sue Istituzioni, voglio ringraziare Mons. Donnini per le sue parole, voglio ringraziare chi, al di là del dovere di cronaca, è riuscito a scrivere anche articoli che resteranno a ricordo, voglio ringraziare un padre che ha scritto parole che resteranno dentro di me.
Voglio ringraziare i miei famigliari più prossimi, anche se non ve ne è il bisogno.
Voglio ringraziare le tremila persone intervenute ai funerali di Marco e di Nicolò.
Nessuno, credo, vorrebbe trovarsi in una situazione simile, vivere momenti così difficili. Ma tutte quelle persone, tutti quei ragazzi mi hanno dimostrato che persona fosse mio figlio, cosa era riuscito a costruire con la sua voglia di vivere, la sua semplicità, la sua onestà e serietà, il suo impegno.
Un ragazzo di 22 anni, diventato uomo, che aveva saputo dare amore e riceverne così tanto in un solo ultimo gesto.
Sono certo che Marco non verrà scordato, perché vive non solo nei nostri cuori di genitori, sorella, figlia, parenti, ma anche in un piccolo angolino del cuore di tutti Voi.
GRAZIE
Maurizio Fiori
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