Aumentano i bambini non vaccinati: un rischio per l’intera comunità
Sono sempre più numerosi i genitori che scelgono di non far vaccinare i bambini. Preoccupazione anche per il possibile ritorno di malattie che si stavano debellando come il morbillo o la poliomelite
Anche se non sono più obbligatorie, la loro importanza per la società rimane indiscussa. La notizia che progressivamente i genitori italiani scelgono di non sottoporre i figli alle vaccinazioni ha fatto scattare l’allarme. Per ottenere una copertura adeguata a tutelare “il gregge” ( come si dice in gergo), compresi i soggetti che non possono sottoporsi a copertura per motivi sanitari, occorre raggiungere il 95% della popolazione.
Negli ultimi tre anni, complici campagne di contro informazione più o meno diffuse, questa soglia si fa fatica a raggiungere: nella nostra provincia assistiamo ancora a una buona diffusione anche se, per esempio per la vaccinazione contro il morbillo si è scesi in breve tempo al 92,1%, un dato che ci colloca comunque tra le province più attente se facciamo il paragone con l’Italia, dove si raggiunge l’86,6% degli aventi diritto e la Lombardia che sfiora l’89,5%.
Il calo dei vaccini è legato a resistenze di tipo ideologico ma anche al timore degli effetti collaterali che possono insorgere. Pensiamo alla preoccupazione per la presenza del mercurio nelle dosi, un timore che ormai da 10 anni non ha più ragione di essere visto che non viene più utilizzato, mentre la presenza di alluminio non deve creare allarme dato che i neonati assimilano questa sostanza dal latte materno e, in dosi anche superiori, da quello artificiale.
Decisamente migliore è la situazione nel varesotto per quanto riguarda la poliomelite ( 96,1% contro il 95% della Lombardia e il 94,7% italiano), e l’epatite B con una diffusione fino al 95,9% a fronte del 94,9% lombardo e 94,6% italiano.
« Le vaccinazioni sono conosciute, testate e non esiste alcuna dimostrazione scientifica di correlazioni tra queste e alcune patologie come l’autismo o il diabete di tipo 1 – assicura il dottor Angelo Locati, direttore sanitario dell’Asl di Varese – I vantaggi che si ricevono sono importantissimi anche se, a volte, ci sfuggono perché sono a lungo spettro».
A dimostrazione dell’efficacia e dell’importanza dei vaccini, i tecnici dell’Asl hanno spiegato come, grazie all’introduzione dell’antipolio, nel giro di qualche anno sono pressocché azzerati i nuovi casi : « La poliomelite ormai è stata debellata in Europa – chiarisce la dottoressa Franca Sambo, responsabile del Dipartimento di Prevenzione – nel mondo rimangono, però, ancora tre focolai (Afganistan, Pakistan e Nigeria) che ci obbligano a non abbassare la guardia. Appena la situazione sfugge di mano è facile assistere a nuove epidemie».
Dopo il vaiolo, ormai scomparso, le campagne massicce di vaccinazioni stanno permettendo di debellare anche la polio e il morbillo mentre si potranno solo contenere altre patologie come il tetano e l’epatitreB.
Rispetto al passato, si è scelto di non imporre più le vaccinazioni ma l’invito è pressante per i genitori dei nuovi nati che vengono convocati ripetutamente finché non si arriva a stabilire definitivamente la loro contrarietà : « I dati epidemiologici mostrano – commenta la dottoressa Sambo – numerosi casi di morbillo nella fascia di età 20-29 anni. Sono i giovani nati prima dell’introduzione della vaccinazione. Per questo stiamo ricontattando i ventunenni per offrir loro l’opportunità. Ricordiamo che il morbillo può scatenare complicanze anche gravi come polmoniti, encefaliti, convulsioni, otiti».
Sul sito vaccinarsi.org si possono trovare tutte le informazioni relative a vaccini e calendario delle prime dosi e dei richiami.
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