Toni Capuozzo in cattedra all’Insubria con “Il segreto dei Marò”

Il giornalista di Mediaset è stato invitato dal professor Orecchia a parlare del suo recente libro dedicato alla storia dei fucilieri detenuti in India

La lezione di Toni Capuozzo

Due relatori d’eccezione in cattedra all’Università dell’Insubria. Il noto giornalista Mediaset Toni Capuozzo e il docente di Storia del giornalismo dell’Ateneo varesino Antonio Orecchia hanno parlato del caso Marò davanti a un folto pubblico di giovani. L’incontro era dedicato a “Il Segreto dei Marò”, il libro edito nel 2015 da Mursia scritto dallo stesso giornalista. La denuncia di una situazione che Capuozzo definisce «un tunnel kafkiano di sbagli, omertà, coperture e silenzi, illusioni e inganni. Insomma questa storia è una impietosa radiografia di tutte le incertezze, le fragilità, gli scarica barile, le verbosità vuote, le inerzie morali del paese che li ha messi a bordo di quella nave».

Scopo dell’incontro era proprio quello di fare luce su questa vicenda per ricostruirla cronologicamente «perché ,come diceva Carlo Cattaneo, la cronologia è l’occhio della storia» ha commentato il professor Orecchia presentando l’ospite.

Capuozzo ha spiegato le ragioni che lo hanno condotto a scrivere il libro: «Avrei potuto usare solo il mezzo televisivo, ma non l’ho fatto perché la tv è un canale molto potente, quanto un treno, difficile da utilizzare come occasione di riflessone e approfondimento. Dunque ho scritto il libro per motivi anche personali: ho conosciuto Latorre in Afganistan, a Kabul. E a mio parere è un’ ingiustizia particolarmente significativa il fatto che tutt’ora i due Marò siano in stato di arresto. A me piacerebbe appartenere ad un Paese dove non sono le appartenenze politiche e ideologiche a farti prendere posizione. Tuttavia il messaggio che ne viene fuori da tutta la questione, con tutto rispetto per il Parlamento, è,  come dice l’Onorevole Antonio Razzi  “fatti i cazzi tua”. Ovvero se Latorre e Girone avessero fatto finta di niente, oggi non si troverebbero condizionati nella loro libertà e oltraggiati da una accusa infamante».

Il giornalista ha elencato tutti i fatti, le riflessioni e le conclusioni amare a cui è giunto in questi anni. Una narrazione che ha coinvolto e interessato i moltissimi ragazzi che hanno esaurito in ogni ordine di posti l’aula magna di via Dunant.

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Pubblicato il 11 Novembre 2015
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