Il sindaco cambia la giunta, ma il Comune paga le spese del ricorso al TAR
Lo denuncia l'opposizione, che aveva chiesto il rispetto delle quote di genere: il primo cittadino è intervenuto ma il ricorso era già partito
Il sindaco cambia la giunta per rispettare la parità di genere, ma la modifica arriva troppo tardi e così il Comune si ritrova a dover pagare le spese processuali. Lo denuncia l’opposizione di Casorate Sempione, che nei mesi scorsi aveva appunto chiesto al sindaco Dimitri Cassani di intervenire per adeguare la giunta alla parità tra uomini e donni secondo le norme previste dal Decreto Delrio.
«I consiglieri comunali, prima di presentare il ricorso, hanno presentato anche una richiesta di autotutela dell’ente» ricosruisce l’avvocato Davide Galimberti, il legale che ha rappresentanto l’opposizione di fronte al TAR. «Questa richiesta è rimasta inosservata e nonostante solleciti il Comune non ha mai risposto adeguando la giunta. Ed è a questo punto che i ricorrenti sono stati costretti a presentare ricorso al Tar. Poco prima dell’esame del ricorso l’amministrazione ha modificato la giunta introducendo un assessore di genere femminile, un passaggio che noi abbiamo valutato come sostanziale accoglimento della richiesta dei ricorrenti, in rispetto alla Legge Delrio». E dunque, obbiettivo politico raggiunto? Sì, ma l’intervento a metà ottobre non ha fermato l’iter davanti al Tribunale Amministrativo Regionale, ormai avviato. «Il Tar ha deciso di condannare comunque l’amministrazione al pagamento delle spese processuali sostenuto fino a quel momento» continua Galimberti. «L’amministrazione è intervenuta tardivamente, di fronte a una questione che si poteva risolvere precedentemente».
Il passaggio rilancia la polemica delle opposizioni (centrosinistra di Lista Civica Democratica ma anche il centrodestra di Alternativa Civica per Casorate) nei confronti dell’amministrazione guidata da Dimitri Cassani, che inizialmente aveva deciso di “resistere” alla richiesta di adeguamento, richiamando altre sentenze del TAR emesse prima del Decreto Delrio. «Avevano risposto che avevano le loro fonti, ma evidentemente quelle fonti non si sono dimostrate affidabili» attacca Tiziano Marson, ex vicesindaco e ora capogruppo del centrosinistra. «La credibilità di Cassani inizia a traballare, di fronte a questi pronunciamento che segue la decisione di modificare la giunta a pochi mesi dalle elezioni. Il rimpasto ha provocato qualche mal di pancia, è chiaro: ma le ragioni elettorali non possono prevalere sulla legge». «Ci ha detto “fate quel che volete fare, si vedrà” e questo è il risultato» gli dà manforte Gian Luigi Poli, del centrodestra di Alternativa Civica per Casorate.
«Ci rammarica che nonostante numerosi solleciti per ritornare al rispetto della legge, non si sia voluto dare ascolto solo perché la richiesta veniva dall’opposizione» spiega il segretario del Pd. Mentre l’ex assessore Dino Colella richiama ancora il problema politico: «Cassani ha disatteso le promesse elettorali fatte in campagna elettorale, quando aveva detto che la composizione della giunta avrebbe tenuto conto del rispetto delle norme. Vinte le elezioni, ha invece agito diversamente e ora lo deve riconoscere».
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