Il discorso del Re Bosino

In versione integrale e in italiano, il discorso che il nuovo re Bosino, Antonio Borgato, ha pronunciato alla città alla fine del carnevale di Varese

Carnevale 2016 a Varese

In versione integrale e in italiano, il discorso che il nuovo re Bosino, Antonio Borgato, ha pronunciato alla città alla fine del carnevale di Varese.

Uomini, donne e bambini del centro e dei paesi, dal lago alla montagna, gente tutta di Varese, Bosini!… io vi saluto! Voi che siete qui e anche tutti quegli altri che non sono potuti venire a causa di un problema o, magari, di un malanno: questa è un’occasione che capita una volta all’anno e il bello è di potersela godere tutti in compagnia, uomini, donne e bambini, in buona salute e in allegria. Con l’allegria si sopporta un po’ tutto: problemi, debiti e anche i crucci più grossi.

Appena l’anno scorso è nato un gran trambusto (la successione di un re è un affare serio), ma il re benemerito non avrebbe mai sospettato che le sue dimissioni potessero procurarlo: chi voleva un’elezione popolare in internet, chi avrebbe voluto una bella regina sul trono. Ma il Regiù e i Manegiùni (N.d.A.: il Presidente e i Consiglieri della Famiglia Bosina) hanno pensato per questa necessità di scegliere tra i bosini me, che mi chiamo Antonio. E allora ecco qua il nuovo re, per il vostro diletto, che vi parla da quassù nel nostro bel dialetto.

Vi dico che non si manca di rispetto verso nessuno se si cerca di mantenere le proprie tradizioni; e se è bello sentir parlare in altri paesi siciliano, romanesco e persino calabrese, è giusto che anche noi chiacchieriamo un pochino, qui in Varese, nel nostro dialetto bosino.

E dal momento che parliamo delle nostre tradizioni, non volevo essere da meno del mio predecessore. Così pensavo di parlare fin dal principio, e secondo l’usanza, dei fatti riguardanti il Municipio. Però mi sono accorto purtroppo che le cose più eclatanti il re bosino, da un dieci anni a questa parte, non le ha tenute per sé: caserma, funicolare e Sacro Monte, di cose da dire ce n’è da perdere persino il conto.

Il fatto è che una volta bastava un assessore per prendere, fosse una sola, una buona decisione, adesso non c’è modo di fare senza tirare in ballo regione, architetti, professoroni e contafrottole; ci manca solo di tirare in ballo i santi e intanto non c’è verso che il lavoro vada avanti.

Mi viene in mente la caserma Garibaldi che sta crollando un pezzo alla volta da tempo. I muri hanno cominciato a soffrire per la “catalpa” che non è una bella talpa, ma solamente una pianta; adesso hanno trovato che il terreno è come una groviera: ci sarebbe da pensare che ci sia davvero di mezzo una talpa! Ho paura che a dar retta a quelli dell’Intendenza saremo da qui a dieci anni a portare ancora pazienza. E speriamo che non capiti la sfortuna di rinnovare la storia del castello di Belforte.

Istituzioni del posto e ordini professionali hanno messo in piedi un grande concorso internazionale e, un paio di mesi fa, hanno fatto la grande selezione tra tutti i progetti presentati nella competizione. Da qui a poco avremo i progetti preliminari e sarà più chiaro come potrà avviarsi il lavoro; ma le piante e il verde nella piazza fanno già discutere o almeno, come sempre, ci sono delle perplessità. Poi, per il teatro, tra tutti gli architetti, dal cesto dovevano tirar fuori uno che viene dalla Spagna?

Prima di finire, volevo ricordare che da qui a qualche mese sarà tempo di andare a votare per il Sindaco e il Consiglio per i prossimi cinque anni: cercate di dire la vostra e di fare le cose per bene! E quando ci sarà da scegliere… non fate come quegli sciocchi, così tanto sprovveduti, che il primo perdigiorno che parla e non manca di sfacciataggine, purché gridi forte… lo prendono in parola!

Beh, adesso la smetto, vi lascio in compagnia dei vostri familiari, degli amici… e per finire in allegria, stasera, dopo cena… un buon bicchier di vino per brindare… insieme al vostro re bosino.

Mariangela Gerletti
mariangela.gerletti@varesenews.it

Giorno dopo giorno con VareseNews ho il privilegio di raccontare insieme ai miei colleghi un territorio che offre bellezza, ingegno e umanità. Insieme a te lo faremo sempre meglio.

Pubblicato il 13 Febbraio 2016
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