Sanità dei Frontalieri, Maroni: “Abbiamo applicato una legge dello Stato”
Il presidente della Regione prende le distanze dal provvedimento che ha scatenato le polemiche dei lavoratori: «Sono disposizioni del Ministero»
“È una legge dello Stato. È il Ministero che ha dato disposizioni, perché i frontalieri paghino la sanità. Noi abbiamo applicato una norma dello Stato con le circolari arrivate dal Ministero”. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, questa mattina, a margine dell’evento, promosso da Confcommercio, ‘Insieme protagonisti della ripresa – Storie di Reti del Terziario’.
“Non è la Regione Lombardia ad aver deciso” precisa il presidente lombardo prendendo le distanze dal provvedimento che ha portato alla richiesta di pagamenti per l’assistenza sanitaria dei lavoratori frontalieri.
Le nuove norme hanno alimentato le polemiche dei pendolari in Ticino che si sono visti presentare conti fino a duemila euro per usufruire di servizi legati alla sanità. In Parlamento è stata approvata nei giorni scorsi una mozione orientata a portare alla sospensione di queste richieste. L’iter per arrivare a una soluzione definitiva, seppur vicina, è però ancora in corso.
A condividere le posizioni di Maroni è l’assessore regionale al Post Expo, Francesca Brianza: «Quello che si vuole – ha commentato – è solamente fare chiarezza per rispetto dei lavoratori frontalieri. È necessaria una netta presa di posizione da parte del Governo, presa di posizione che è stata chiesta anche dal presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni in una lettera inviata al Ministro della Sanità lo scorso 8 febbraio. Ora è intervenuto anche il Parlamento approvando una mozione bipatisan ed è un bene che ci si muova a tutti i livelli con un obiettivo comune, aspettiamo però una risposta definitiva da parte del Governo in merito alle istanze di Regione Lombardia e Camera dei deputati. Sul tema dei frontalieri – annuncia l’assessore – avremo modo di confrontarci, documenti alla mano, nella giornata del 26 febbraio, in occasione di un incontro pubblico organizzato dal comune di Porto Ceresio. Noi vogliamo risolvere i problemi dei frontalieri, minoranza perseguitata dal Governo, e non strumentalizzarli ai fini della propaganda politica».
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