Carpooling, arriva la app che fa muovere i frontalieri
Una start-up ticinese sta lanciando l’applicazione per chi viaggia fra Italia e Svizzera: «Permetterà alle aziende di dimostrare che non inquinano, agli utenti di risparmiare negli acquisti»
Per una volta una soluzione italiana potrebbe far contenti gli svizzeri: c’è un sistema per far muovere le persone che vanno al lavoro insieme e che già oggi nel Belpaese viene utilizzata quotidianamente da oltre 70 mila persone: presto potrebbe “sfondare” anche in terra di Confine.
Stiamo parlando di una “app” per cellulare che si chiama “Jojob” e una startup con sede a Figino, Lugano, la sta lanciando anche tra i frontalieri.
Proprio gli stessi che ogni mattina parcheggiano nei punti di ritrovo qua e là nella città di Luino, ma anche altrove: sveglia, macchina, parcheggio, viaggio assieme al lavoro in Ticino, andata e ritorno: l’auto in condivisione non è quindi una novità, ma la tecnologia potrebbe diventare utile per due motivi.
Primo: con questo sistema l’azienda può certificare i consumi del veicolo, e di riflesso valutare il risparmio di emissioni dannose con la condivisione della stessa auto per più lavoratori.
Secondo: i frontalieri (e in generale chi si muove per lavoro verso la stessa destinazione) oltre a trovare compagni di viaggio, e a risparmiare, potranno anche guardagnarci.
In che modo? Lo spiega Gianmatteo Toson, che si fa trovare al bar della Coop di Luino all’ora dell’aperitivo: 45 anni, occhiali, oltre un ventennio passato a lavorare in aziende di telecomunicazioni, ha deciso da qualche anno a questa parte di spiccare il volo attorno a questo progetto. Lascia trasparire un vizio, che è passione per la tecnologia: si presenta con qualche metro di cavo ethernet in mano, annodato, per fare chissà quale lavoro (la foto sotto).
«Il sistema funziona così: ci sono aziende che per politica aziendale hanno come obiettivo la diminuzione di emissioni. In Italia gli esempi sono Amazon, Findomestic, Heineken, Bnl, Luxottica…e molte altre che vogliono presentarsi all’opinione pubblica come soggetti che investono sulla sostenibilità: per questo già numerose persone in Italia hanno scaricato, e usano ogni giorno Jojob – spiega Matteo – . Poi ci sono aziende, come nel caso del Canton Ticino, dove sarà forse la legge a imporre costi ai grandi “generatori di traffico” (vedi “tassa di collegamento”, ne abbiamo parlato ieri nda). Bene, con questa app, non solo viene certificata l’emissione dell’auto e quindi il risparmio per l’utilizzo condiviso della stessa (cosa che serve all’azienda ticinese per pagare meno tasse), ma per ogni tragitto percorso, l’autista riceve un punteggio che può “spendere” in negozi convenzionati».
Come per le “miglia aeree”, insomma. Solo che qui sali in macchina col tuo collega e ad ogni viaggio totalizzi delle “foglioline d’oro” che ti danno diritto, per esempio, allo sconto del 20% nella pizzeria vicino al tuo posto di lavoro, o al 25% nella piscina dove vai per “ricaricarti” quando sei a riposo.
Ma non è facile, in questo modo, fare il furbo? Se io sostengo di essere sull’auto che mi dà il passaggio e invece, per esempio, sono a casa mia di riposo, o in ferie?
«Questo non è possibile. Non solo perché il sistema mappa in tempo reale il percorso di chi ha il telefono. Ma anche per via di un codice QR (una specie di sigla identificativa da fotografate che cambia infinite volte nda) che viene generato ad ogni corsa: i passeggeri fotografano il codice QR ed è come se timbrassero il biglietto per salire sull’auto del collega di lavoro», spiega Matteo. La app è gratuita. In Italia questo sistema – sono dati diramati dalla stessa azienda la Jojob – “ha fatto risparmiare 87 tonnellate di Co2 nel 2015, condividendo 11 mila viaggi e 434.000 chilometri percorsi”.
Il lancio di questa app in Ticino (Jojob swiss) è avvenuta qualche settimana fa in seno alla cooperativa ticinese “GreenEcoTi” costituita lo scorso 11 novembre, presieduta da Flavio Cellina e di cui Toson è il CEO.
«Stiamo in questi giorni lanciando una campagna social per diffondere questo progetto anche fra i frontalieri italiani – ha concluso Matteo – . Abbiamo contattato le associazioni economiche ticinesi e l’idea è di coinvolgere anche alcune amministrazioni locali in questo progetto che aiuterà a rendere più facili e puliti i trasporti di tutta l’area di confine».
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