Gallarate e l’anomala unità nel centrosinistra. “Su ambiente e sociale ottenuti risultati”
A Varese e Busto i destini di Pd e sinistre si separano nettamente. Solo a Gallarate, con Guenzani, la spaccatura è meno netta
A Busto e Varese i destini del centrosinistra a trazione Pd e quelli della sinistra (SEL compresa) si dividono: una rottura netta a cui oggi sembra sfuggire solo Gallarate. Qui infatti un pezzo della sinistra – quantomeno Sel, che a livello nazionale è collocata rigorosamente all’opposizione del governo Renzi – ha scelto di rimanere nel perimetro del centrosinistra. «Sì, è una particolarità» riconosce Cinzia Colombo, esponente locale di Sinistra Ecologia e Libertà (ma veniva da Rifondazione), oggi assessora alla partecipazione e all’ecologia, dentro nella maggioranza che sostiene il sindaco Edoardo Guenzani. «SEL a livello locale fa valutazioni su base programmatiche o del tipo di alleanza. Là dove si ritiene elementi validi per una politica di sinistra, si fa anche alleanza con il Pd, al di fuori dunque di una valutazione sul governo nazionale che rimane chiara. A Gallarate, anche se dobbiamo ancora completare il lavoro sul programma, pensiamo si possa riproporre un’alleanza». Lo stesso Guenzani ha ribadito esplicitamente che l’alleanza del 2011 – da SEL alla lista civica centristra e moderata – rimane valida. Attenzione, però: un altro pezzo di sinistra (Rifondazione e Comunisti Italiani, ma non solo) si sta comunque organizzando: “Gallarate a Sinistra”, come alternativa a Guenzani, ma anche al Pd e al «partito della Nazione».
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Sta di fatto che almeno in parte a Gallarate il centrosinistra ampio esiste ancora, ed è una particolarità. Il punto di partenza non possono essere che i cinque anni passati, su cui Cinzia Colombo fa un’analisi che sottolinea subito gli elementi positivi: «Abbiamo fatto una discussione collettiva, anche a livello provinciale e non solo cittadino, riconoscendo il valore di alcuni elementi: le scelte sul Pgt, le tematiche ambientali con Accam e il ruolo che Gallarate ha avuto per spegnimento, ma anche su Malpensa e la terza pista, su cui Gallarate ha assunto posizione chiara e importante, in grado di fare da riferimento anche per altre realtà vicine. Su politiche sociali e accoglienza abbiamo avviato sperimentazioni condivise con realtà sociali, provando a uscire dall’assistenzialismo con progetti per la dignità, autonomia e sviluppo della persona. Sull’accoglienza dei richiedenti asilo abbiamo fatto un percorso positivo, presi ad esempio persino da un giornale come Avvenire. Sull’integrazione degli stranieri Gallarate resta una mosca bianca, per le iniziative avviate. Anche sulla partecipazione abbiamo avviato un percorso, con il bilancio partecipato ma anche assemblee e occasioni d’incontro».
Su quali fronti agireste diversamente? «Ad esempio su alcune politiche di bilancio, che certo erano necessarie rispetto a situazione trovata nel 2011. Ora, nella prospettiva di prossimi cinque anni, si deve tenere conto di quanto fatto: il bilancio deve “tenere”, ma anche dare più occasioni di crescita». Cosa chiederete alla coalizione? «Più attenzione alla cultura dal basso, non solo a Maga, Puccini e altre realtà importanti cittadine: è una cultura – ad esempio le forme di espressione giovanili – che non è stata ancora valorizzata sufficientemente, anche se ci si sta muovendo in parte in questa direzione. Rispetto al Pgt, sarà necessario ragionare sul destino dell’area della Caserma che l’Aeronautica lascerà libera. Su questo vogliamo un confronto serrato e chiaro con la coalizione, nella stessa direzione del Pgt: è un’area non da cementificare ma da pensare anche come spazio aperto per i cittadini». Colombo riconosce e richiama poi anche un punto su cui in maggioranza si è aperta l’unica spaccatura evidente in cinque anni: «Un aspetto critico forte è quello dei diritti civili: sappiamo che abbiamo punti di partenza diversi, ma sappiamo che una democrazia vera non può non guardare ai diritti civili. È un elemento che riteniamo importante anche in città, anche se non ha rilevanza amministrativa: è un punto su cui riconosciamo che ci sono state divergenze» (il percorso delle unioni civili – avviato dall’indipendente Aldo Lamberti – si arenò in consiglio, con voto contrario della civica: vedi qui).
In questo quadro che vede il divorzio quasi ovunque tra sinistra e centrosinistra di marca Pd, l’anomalia di Gallarate non rischia anche di diventare elemento di debolezza? «Cinque anni fa venne conclusa un’alleanza anche con una prospettiva nazionale. Oggi la scelta fatta a Gallarate rappresenta sicuramente elemento di diversità rispetto ad altri territori, ma non la considero una debolezza: è una diversità sostenuta dalla specificità di questa maggioranza, che davvero ha fatto anche scelte importanti di sinistra. Certo, passando anche attraverso mediazioni, che sono inevitabili. Ma al di fuori dalle segreterie di partito, a Gallarate il confronto – esplicito e “laico” rispetto alle proprie posizioni di partenza, politico in senso alto – ha consentito di creare un consenso e risultati su alcuni temi in particolare. Penso ad esempio al futuro di Accam, dove si partiva da posizioni molto diverse».
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