Le aziende del terziario ricorrono alla cassa in deroga
Delle 311 aziende che hanno fatto per la prima volta richiesta di cigd nel 2013, il 55% appartiene a questo settore, contro il 30% appartenenti al settore dell'industria e artigianato ed il 15% al settore delle costruzioni
Nel primo semestre dell’anno si conferma il trend delle domande di cassa integrazione in deroga (cigd) richieste in prima concessione, ossia per la prima volta dal mese di aprile del 2011. Continuano a superare la metà (51%) delle domande inoltrate, ossia 402 su 791. Calano invece di qualche punto (dal 42% del primo trimestre al 39%, cioè 311) le prime richieste in assoluto, ossia dal mese di maggio del 2009, rimanendo comunque su una percentuale molto elevata. «Si conferma anche la tendenza del progressivo allargamento della cig in deroga alle aziende del terziario – spiega Sergio Moia (foto), della segreteria della Cisl dei Laghi -, tendenza che dura ormai da almeno due anni. Delle 311 aziende che hanno fatto per la prima volta richiesta di cigd nel 2013, il 55% appartiene a questo settore, contro il 30% appartenenti al settore dell’industria e artigianato ed il 15% al settore delle costruzioni».
Il numero di domande di cigd scende dal 1° semestre 2013 rispetto a quello del 2012 da 942 a 791, tuttavia il valore è ancora molto alto rispetto ai due anni precedenti (2010: 412, 2011: 440). Anche l’intensità dell’uso richiesto resta alta, come si può rilevare dalla tabella dei flussi e dai relativi diagrammi (785 aziende e 3.714 lavoratori nelle 4 settimane di giugno 2013, contro 875 aziende e 4.818 lavoratori nel 2012, 418 e 2.042 nel 2011, 737 e 3.944 nel 2010).
Nella distribuzione geografica l’incremento delle sospensioni è più accentuato nei distretti a nord della provincia. Va infine ricordato che nel corso dell’anno si è accentuato il problema del ritardo dei pagamenti delle indennità. Una parte dei lavoratori sospesi da gennaio e quasi tutti quelli sospesi da marzo hanno ricevuto l’indennità solo nel mese di settembre. E’ quindi molto importante che si concluda al più presto l’accordo tra Regione e Cgil-Cisl-Uil sull’anticipo dei trattamenti da parte del sistema bancario lombardo.
Per quanto attiene la mobilità, l’unico dato statisticamente valido è quello relativo alla lista 223/91, essendo stata abolita l’altra lista, la 236/93 dalla riforma del lavoro. I licenziamenti tramite la lista 223/91 passano da 721 a 1.313, con un incremento del 82%. Nel 1° semestre del 2011 erano stati 883, nel 2010 1.148. «Ormai la durata della crisi – conclude Moia – non consente più agli ammortizzatori sociali conservativi del rapporto di lavoro di difendere l’occupazione, anche le aziende più strutturate sono costrette ad accedere in termini più consistenti alla mobilità».
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