C’è un varesino in studio con Jovanotti e Ligabue
Nato e cresciuto a Varese, Dario Paini dopo gli studi in ingegneria gestionale si è specializzato in acustica e ora lavora in tutta Italia progettando anche studi di registrazione per grandi artisti
Un pò a Jovanotti ci assomiglia questo ingegnere varesino con gli occhi chiari e la barbetta. Ma non è delle somiglianze che vogliamo parlare, perchè qui il discorso inizia con i suoni e arriva fino all’architettura e all’ingegneria.
Discipline che per Dario Paini (il primo da sinistra) sono la quotidianità e che ci porteranno anche a parlare dell’artista di Cortona. Quarantadue anni, nato e cresciuto a Varese, di professione fa "l’ingegnere della musica".
«Quando mi chiedono che lavoro faccio non so mai cosa dire – racconta Dario -. Io dico di fare “l’acustico” ma in realtà mi occupo di progettare ambienti dedicati al suono e al parlato».
Un lavoro curioso ma difficile da descrivere per chi non è nel settore. Appena lo focalizzi entri in un modo di numeri, misure, frequenze, cavi e onde sonore. Quello che possiamo dire però è che Dario entra in un locale, in uno studio di registrazione, in un salone o in un teatro e studia lo spazio per fare in modo che il suono (musica o parlato) risulti il migliore possibile.
«E’ un lavoro che per me è nato dal tentativo di mettere insieme più interessi: la matematica e quindi la parte più razionale di me e la musica, la parte dell’istinto (Dario suona il sax nel Distretto51 ndr). Ho iniziato a studiare ingegneria gestionale al Politecnico e ho fatto una tesi su un software di simulazione acustica. Ho poi seguito un dottorato al CCR di Ispra e a Copenaghen. Insomma l’acustica era lì, sulla frontiera come direbbe "il Lore"».
Il "Lore", per Dario Paini, è Lorenzo "Jovanotti" Cherubini, artista con cui Dario ha lavorato in diverse occasioni. L’ingegnere del “suono” infatti, è fondamentale per chi lavora con la musica: basta pensare all’importanza dello studio di registrazione, il luogo dove un’artista trascorre la maggior parte del suo tempo, dove crea i suoni e la parole che poi vengono ascoltate da migliaia di persone su un disco.
«Io e Lorenzo ci siamo conosciuti grazie a Michele Canova e Pino Pinaxa e da lì è nata una bella collaborazione. All’inizio abbiamo lavorato sulla Fortezza di Girifalco di Cortona, poi per il suo studio di casa». In seguito Dario lavora negli studi di registrazione di Gianna Nannini, Angelo Branduardi, Eros Ramazzotti, incontra Ligabue. «E’ importante capire cosa vogliono. Ovviamente non è facile ma, oltre all’aspetto tecnico, è indispensabile riuscire ad intuire cosa rappresenta quello spazio per le persone che ci lavorano dentro. Questo è il motivo per cui, oltre ai suoni, curo anche l’architettura e l’arredamento d’interni». Così si trova a ridisegnare luoghi storici come “L’Isola” di Ramazzotti o lo studio di casa di Jovanotti.
Ligabue lo vedrà nel suo studio di Correggio grazie a Michele Canova, mentre l’emittente Rds lo chiama per gli studi di Roma. Oggi sta lavorando per Radio Doc di Capo D’Orlando.
«Questo lavoro è particolare: alla base c’è tanta conoscenza tecnica ma c’è anche un’aspetto creativo, quello che deve far interagire tutto quello che fai». Ogni artista infatti ha il “suo mondo” e riprodurlo all’interno di uno studio di registrazione non è scontato. «"Il Lore" usa moltissimo il suo studio di Cortona, per lui deve essere un luogo in cui sentirsi a proprio agio. Altri artisti preferiscono spazi neutri dove poter scaricare l’adrenalina. Ramazzotti mi ha chiesto un lavoro semplice e diretto, come è lui».
Un lavoro che porta Dario a girare tutta Italia, per lavorare con artisti ma anche nei teatri o in locali pubblici. Ultimamente sta preparando un progetto per il padiglione Italia dell’Expo 2015 e la sua agenda è piena di appuntamenti. «Sognavo di fare questo lavoro. Quando ho cominciato non avevo le idee chiare di quello che sarebbe successo. Oggi quando unisco tutti "i puntini" delle mie esperienze, come diceva Steve Jobs, viene fuori una figura che non mi aspettavo, ma in cui mi trovo molto a mio agio».
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