Sette mesi di cantiere, è scontro sui lavori in via 22 marzo

Da un lato il comitato che si oppone all'abbattimento dei tigli, dall'altro l'amministrazione. Ma c'è anche la rabbia dei residenti, alle prese da mesi con il viale sconvolto

Protesta via 22 marzo Samarate

Sul viale polveroso di San Macario nel pomeriggio di lunedì 21 marzo va in scena l’incontro, ma soprattutto lo scontro sul cantiere per il rifacimento di via 22 marzo. Una situazione nata dall’esasperazione per sette mesi di cantiere su una delle vie principali di accesso alla frazione. Ma è anche teatro di animato confronto tra amministrazione comunale e cittadini, cittadini su posizioni diverse

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Ad agosto scorso l’amministrazione comunale dà il via al cantiere di rifacimento di via 22 marzo, viale del cimitero e strada di accesso al centro storico di San Macario. Un intervento allo studio da tempo, ma che in estate viene contestato da un comitato spontaneo perché prevede l’abbattimento dei tigli che bordano il viale. Viene presentata una richiesta di valutazione di “monumentalità” dei tigli, mentre cresce la mobilitazione. Nel frattempo tra primavera e inverno il cantiere si ferma e riapre con una variante in corso d’opera, giudicata necessaria a causa del pessimo stato della condotta fognaria; è la variante (+30% sul valore d’aggiudicazione dell’appalto) che finisce al centro anche di una denuncia del gruppo degli “arancioni”.

Lunedì pomeriggio si è ripartiti dal confronto tra Comitato pro-tigli e sindaco Leonardo Tarantino: ci si ritrova a esaminare le radici dei tigli, che impedirebbero di costruire il nuovo marciapiede previsto al margine della via. Ed è qui però che il sopralluogo si trasforma in qualcosa di diverso: perché sul posto ci sono anche tanti residenti e commercianti della zona. Arrabbiati per i 7 mesi di cantieri, irritati nei confronti dell’amministrazione o del Comitato. «Non ne possiamo più di stare in queste condizioni, che li taglino e la facciamo finita» dice una signora residente sulla via, accapigliandosi con Angela Greco del comitato. Un’altra signora Angela racconta invece scene assurde visto nei dintorni del cimitero: «Quando è morto mio fratello, il carro funebre col morto è andato da una parte, i parenti dall’altra. Ma si è mai visto una cosa del genere?».

C’è chi accusa il Comitato e chi, invece, chiede solo una soluzione, qualunque essa sia. «Non siamo un comitato pro-taglio» spiega un ristoratore di San Macario. «Non stiamo dicendo che le piante vanno tagliate, vogliamo solo che si concluda il cantiere». Volano accuse sul diritto a esprimersi: «Difendete gli alberi, ma poi non abitate qua», «lei è di Samarate, io sono di San Macario, io posso parlare». Il Comitato ripete: «Fino ad oggi i tigli non hanno colpa, i ritardi sono legati ai problemi del cantiere».

Il video con le ragioni del comitato

Intanto il sindaco Leonardo Tarantino si ritrova a fronteggiare due diverse proteste: quella del Comitato da un lato, dall’altro quella dei residenti che vogliono che si riapra la via (costi quel che costi). «Che tempi servono per finire?» chiedono i residenti e commercianti della via. «C’è la richiesta di monumentalità, la risposta viene dalla Regione, arriverà in tempi brevi. Appena possibile vi faremo avere una stima attendibile» risponde il sindaco, che cerca di spiegare gli imprevisti incontrati lungo il percorso da agosto in avanti. Il comitato ribadisce invece la sua soluzione: «Il punto d’incontro tra le esigenze diverse è uno: stringere i tempi. Per noi il modo migliore per stringere i tempi è uno: conservare le piante e lasciare gli spazi vitali accanto alla strada e al marciapiede, concludendo il rifacimento del viale» sintetizza Emanuela Signorini, una delle promotrici del comitato.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 21 Marzo 2016
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