Meno problemi in banca per gli artigiani grazie a un nuovo software
Confartigianato e Università Liuc hanno elaborato un nuovo modello per la valutazione finanziaria. Il software non è in vendita ma fa parte del pacchetto di consulenza finanziabile con i voucher della Camera di Commercio
Solo tre mesi fa Confartigianato Imprese Varese presentava i risultati di una ricerca commissionata all’Università Bocconi sul rapporto tra imprese artigiane e banche. I ricercatori in quell’occasione parlarono di “Sindrome di Stoccolma” per sottolineare un rapporto basato su elementi di irrazionalità piuttosto che di vera pianificazione strategica. Gli imprenditori, pur avendo una percezione negativa del loro rapporto con gli istituti di credito, quando devono finanziare la loro impresa, finiscono sempre davanti all’amato-odiato sportello bancario. Scelta dettata dall’abitudine, dalla frequentazione e dalla mancanza di alternative.
Le ricerche servono per decidere strategie e così l’associazione di viale Milano è passata all’azione elaborando, in collaborazione con l’Institute for entrepreneurship ad competitiveness dell’Università Carlo Cattaneo-Liuc di Castellanza, un nuovo software per la valutazione finanziaria da mettere a disposizione delle imprese. «Si tratta di uno strumento di analisi – ha spiegato Mauro Colombo, direttore di Confartigianato – che aumenta la competitività perché aiuta l’imprenditore a prendere decisioni importanti sul piano finanziario e anche su quello industriale».
Emanuele Pizzurno e Massimo Solbiati, docenti della Liuc, parlano di « un modello semplice ed efficace». La raccolta e l’analisi dei dati sui flussi di cassa permette di capire se la gestione è in grado di garantire la sostenibilità finanziaria dell’impresa. «Si tratta di un foglio elettronico – spiega Pizzurno – in cui vengono inseriti i budget dei flussi di cassa per avere una migliore programmazione delle attività di gestione, degli investimenti, in vista anche delle richieste di finanziamento da fare alla banca».
da sinistra: Massimo Solbiati, Dorina Zanetti, Giada Pavan e Emanuele PizzurnoNon è una novità il fatto che molte imprese, piccole e grandi, hanno avuto e continuano ad avere difficoltà finanziarie derivate dalla mancanza di un equilibrio tra entrate e uscite, perché fatturare non basta, occorre poi incassare. «Un’impresa – aggiunge Solbiati – deve avere la capacità di far fronte agli impegni di pagamento e quindi lo sfasamento temporale tra uscite ed entrate deve essere coperto. Ecco perché è un modello che aiuta a prevedere entrate e uscite di cassa è fondamentale per l’equilibrio finanziario dell’impresa. E se ci sono dei ritardi nei pagamenti bisogna conoscerne e capirne le dinamiche».
Il nuovo modello è uno strumento che può risultare fondamentale per il rating delle imprese in cerca di finanziamento, alla luce anche delle regole di Basilea 3 che riducono della metà le possibilità delle banche di concedere credito in base al capitale di vigilanza (606 euro per 100 euro di capitale di vigilanza, contro i 1.250 euro di Basilea2).
Confartigianato può contare su un dato sensibile molto importante grazie al lavoro dello staff dell’Area crediti che tra il 2015 e il 2016 ha fornito consulenza a quasi 170 imprese artigiane. «Gli imprenditori – spiega Dorina Zanetti – vogliono essere ascoltati dall’associazione, far conoscere la loro storia imprenditoriale e i valori che la ispirano. E quando vanno in banca si aspettano che tutto questo emerga e che Confartigianato sia il loro primo alleato nel rapporto con l’istituto di credito».
Il nuovo modello elaborato dagli artigiani e Liuc va incontro anche a un cambiamento nella gerarchia delle garanzie richieste dalle banche tra le condizioni per la concessione di credito. E poiché di capannoni e immobili ipotecati gli istituti di credito ne hanno già troppi, i flussi di cassa dell’azienda diventano determinanti nella scelta di finanziare o non finanziare un’impresa. Altrettanto importante è anche l’individuazione delle cause che rendono critico il raggiungimento di un equilibrio finanziario. «Tra le più frequenti – continua Zanetti – ci sono le difficoltà nei pagamenti, i crediti incagliati, i ritardi nella riscossione, i debiti con l’erario appesantiti dalle more e dagli interessi, vere zavorre per le imprese».
Il software non viene venduto alle imprese ma fa parte del pacchetto di consulenza fornito da Confartigianato e può essere finanziato con un voucher messo a disposizione dalla Camera di Commercio di Varese e disponibile fino a luglio.
«Nella nostra esperienza – conclude Giada Pavan – abbiamo constatato che ci sono imprenditori già consapevoli di questi aspetti. Il nuovo modello è uno strumento utile per diffondere ancor di più questa consapevolezza e far emergere l’importanza della pianificazione finanziaria nel rapporto con le banche».
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