Ermanno Montoli un eccezionale figlio di Varese
Pier Fausto Vedani ricorda la grande figura di Ermanno Montoli, primario storico del PS di Varese e uomo di grande umanità. I funerali si terranno giovedì alle ore 15.30 in San Vittore a Varese
Mercoledì 4 maggio verrà recitato un rosario nella chiesa parrocchiale di Bosto alle 20.30.
I funerali si svolgeranno giovedì 5 maggio alle 15.30.
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Di Ermanno Montoli medico abbiamo scritto più volte, per noi giornalisti era infatti ancora un punto fermo per i problemi del sistema sanitario, in particolare il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Circolo , reparto che con lui primario e con la efficientissima squadra di medici e infermieri che aveva creato, era diventato un’eccellenza.
Sembrava che il tempo si fosse fermato, che egli non fosse andato in pensione. Nemmeno quando gli anni e la malattia hanno cercato di metterlo in difficoltà abbiamo rinunciato a lui, alla sua esperienza, alla sua saggezza, alla sua umanità. Gli siamo stati tutti vicini nei giorni del dolore, altrettanto abbiamo fatto affettuosamente e gioiosamente quando la Regione Lombardia gli ha attribuito la Rosa Camuna, il massimo riconoscimento che aveva ricevuto un altro grande Ermanno varesino, l’ing. Bazzocchi.
Oggi è il giorno del distacco, l’ ultimo giorno della battaglia della vita, il dottor Montoli se ne va lasciandoci una quantità di doni scientifici e morali,costruiti su una base di umanità senza frontiere e barriere, che ogni giorno si concretava in tangibile amore per il prossimo, per la famiglia e l’ospedale, per la comunità in cui ha vissuto, avendo per i suoi pazienti parole e attenzione che li gratificavano, che erano supporto e complemento delle cure mediche.
Non c’è stata persona umile che con lui non si sia sentita importante: a Ermanno Montoli anni anche difficili, di dolore, di esperienze dure completate da quelle professionali, vissute al meglio assoluto, avevano permesso di accumulare una immensa saggezza che veniva apprezzata pure da protagonisti nella vita sociale e nell’ambiente medico. “Era una sponda” ha ricordato con rimpianto una delle più belle e autorevoli menti di Varese.
Nel giorno del distacco il ricordo della sua completezza professionale, incrementata per tutta la vita e riferimento essenziale per i medici che hanno lavorato con lui, va accostato anche alla vicenda umana. La vita e la crescita di questo giovane medico destinato al successo, hanno conosciuto drammi personali terribili come la perdita della mamma, di una giovane figlia , madre di tre bimbe, e della moglie. Diceva il dottor Ermanno che erano le tre donna della sua vita.
La perdita della mamma lo colpì in giovane età, in seguito avrebbe trovato conforto nell’affetto della cognata Carla, moglie di Aldo, amatissimo fratello e ricordato oggi come uno dei mirabili assessori all’onestà della tradizione di Palazzo Estense.
Il cammino di vita del dottor Ermanno fu devastato dalla morte della figlia Caty, ingegnere d’avanguardia alla IBM, che, ammalatasi, rinunciò a cure importanti per non compromettere la salute della terza bimba che attendeva.
E lo scorso anno, ancora una volta, il destino ha colpito il dottor Ermanno con ferocia: in un arco di tempo breve è morta la moglie Maria.
Ermanno Montoli si avviò alla fine della sua vita con questi tre grandi dolori nel cuore e quando si ammalò non drammatizzò la sua situazione, si affidò al figlio Carlo e ai colleghi per terminare il viaggio con dignità, sapendo tutto e di tutto, cercando addirittura di non cedere di un millimetro al suo stile di essere medico e amico: se lo si andava a trovare o gli si telefonava , dopo avere liquidato in poche battute i suoi problemi personali egli si interessava della salute, della famiglia, del lavoro degli interlocutori.
Per esempio rincuorava la categoria dei fifoni come quella degli scribi e accadeva allora che si trasformasse, nonostante le sofferenze che pativa, nel medico di tanti anni prima, quando aveva la grande pazienza di ascoltare malati immaginari.Terminata la telefonata sicuramente scuoteva benevolmente la testa come allora, noi invece non ci si rasserenava, anzi si era preda di un tremendo magone.
Il dott.Montoli è stato un ammirevole, eccezionale figlio di Varese che egli ha amato veramente: non ha mai dimenticato anche gli ultimi e l’ha servita con generosità infinita. Un episodio in linea con il personaggio: quando lasciò il servizio , sapeva che aveva due o tre anni di ferie da recuperare e che non gli sarebbero state pagate. Un uomo eccezionale, che non volle mai entrare nelle polemiche per il decadimento dell’ospedale, si limitava a dire che tempi e sistemi erano cambiati.
Era un grande uomo anche per la correttezza e l’umiltà che lo avevano reso amico di tutti perciò nella grande luce della speranza cristiana che ci attende dopo, piace immaginare un assembramento dove il dottor Ermanno conclude la sua abituale lunga camminata. Ci sono i suoi cari ritrovati e una folla di uguali in attesa di parlargli. E c’è pure una suora molto anziana, piccolina, quasi tascabile, la Teodorina, che era stata come una mamma per lui in Pronto Soccorso.
Non la tristezza di un addio caro Doc, ma un sereno, semplice , affettuoso “ a Dio“.
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GRAZIE GRAZIE e ancora GRAZIE