A Brezzo di Bedero le strade della politica sono tortuose
Daniele Boldrini non si candida ma sostiene dall’esterno la lista di una “new entry” almeno come sindaco papabile
Il dado è stato tratto? Cesare sulla sponda del Rubicone non avrebbe avuto dubbi, invece noi, poveri posteri senza la sua sagacia di condottiero d’eserciti, ci troviamo immersi in un oceano di dubbi. Ci eravamo lasciati nella convinzione che tre fossero le liste a contendersi lo scettro – poi vi spiegherò la ragione dello scettro – di sindaco di Brezzo di Bedero, con capitani ben delineati ed usi a calcare le scene della competizione politica.
Invece alla soglia del giorno della verità – la presentazione delle compagini con le quali i candidati si sarebbero presentati al giudizio degli elettori – il coniglio esce inatteso dal cappello: Daniele Boldrini non si candida (foto), bensì sostiene dall’esterno la lista di una “new entry” almeno come sindaco papabile.
Chi aveva ipotizzato una certa stanchezza in Daniele Boldrini ha commesso un errore non solo di valutazione, ma anche estremamente grossolano. Daniele ha dimostrato ancora una volta di essere un fine politico, facendo una scelta che, comunque vada, gli porterà un ricco raccolto.
Perché sconfiniamo nell’agricoltura?
Scendiamo ad analizzare i dettagli. Innanzi tutto il ritorno d’immagine. Ritirarsi per il bene di Brezzo di Bedero, lasciare il posto ad altri che possano portare idee diverse, se non nuove, facendo leva anche sull’aspetto morale è sicuramente un’operazione di marketing raffinato che non può non suscitare simpatie, soprattutto nei fedelissimi!
E poi il sostegno esterno: geniale! Se la dottoressa Campagnani vince, avrà vinto per merito di Daniele; se perde, avrà perso per colpa sua, perché poco nota, inesperta delle vicende politico/amministrative, incapace di convincere la gente della bontà del suo impegno civile.
Ma come ha fatto Daniele a convincerla ad imbarcarsi in questa avventura? Mistero.
Perché mistero? Qui entra in gioco chi scrive che crede ancora fermamente nella parola data – sacra ed inviolabile – e negli atteggiamenti delle persone.
Bisogna fare un salto indietro – osservando attentamente che non ci siano trabocchetti -. Il 5 novembre 2015 ebbe luogo la prima delle quattro riunioni, indette da Daniele Boldrini per verificare se ci fosse interesse nella comunità locale per un impegno che andasse al di là di un semplice interessamento alle vicende del Comune. Poca gente, fra questo sparuto gruppo, composto prevalentemente da elementi facenti parte del Consiglio Comunale non rieletto, anche la dottoressa Campagnani, che, incauta, si permise di criticare l’operato della Giunta precedente – sempre i non rieletti -. Apriti cielo! L’ex Sindaco Urbani la prese molto male e le rispose in modo abbastanza poco urbano – scusate il gioco di parole, ma mi è venuto così! -.
Lo scrivente, pervaso da spirito paladino, seppure siano trascorsi ormai parecchi secoli da quando i paladini si ponevano al servizio delle dame, insorse a sua difesa, tanto che s’instaurò un dibattito abbastanza caloroso dove i contendenti, sebbene privi di corazza e spadoni, espressero con un certo realismo i loro punti di vista. Ciò che successe in seguito fu un po’ un esempio di teatro comico: il dottor Urbani se ne andò prima che la riunione terminasse e la dottoressa Campagnani, a quanto mi risulta – dovetti saltare la terza riunione -, non partecipò ad altri dibattiti – dimenticavo che non mi ringraziò per averla difesa, forse come paladino non ero di completo gradimento -.
Quindi l’alone di mistero rimane – a meno che il fascino dello scettro reale non sia la chiave di lettura più logica -, le strade tortuose della politica sono percorribili sovente con enorme difficoltà, soprattutto allorchè ci si imbatte in uno stile sopraffinamente Andreottiano.
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