È la cultura finanziaria il tallone d’Achille dell’impresa
Mauro Colombo, direttore di Confartigianato Imprese Varese, è tra gli “architetti” di ConfidiSystema! il megaconfidi lombardo
Tra gli “architetti” di ConfidiSystema! c’è Mauro Colombo, direttore di Confartigianato Imprese Varese. Il megaconfidi lombardo è un’operazione che darà un maggiore potere contrattuale alle oltre 60mila imprese associate soprattutto quando andranno in banca a chiedere soldi per finanziare il loro business. Al tempo stesso però svela la necessità da parte delle stesse di avere una cultura finanziaria più profonda e articolata, in grado di andare oltre la semplice garanzia. È una conferma di quanto già una recente ricerca, commissionata da Confartigianato all’Università Bocconi di Milano, aveva evidenziato sull’evidente asimmetria che c’è nel rapporto tra banche e imprese. Rapporto così sbilanciato da rappresentare un vero e proprio tallone d’Achille, soprattutto per le micro e le piccole.
Colombo, i numeri elencati da Lorenzo Mezzalira e Andrea Galli relativi a ConfidiSystema! rivelano un impianto di garanzie per il credito molto solido. Ce n’è uno però che colpisce più di altri: quel 98% di domande accettate dal confidi a fronte di un tasso di sofferenze piuttosto basso.
«È vero, è una percentuale altissima che va però spiegata. Quando la richiesta di garanzia per accedere al credito arriva sulla scrivania del dirigente del confidi ha già beneficiato dei vari servizi di affiancamento nella consulenza finanziaria messi a disposizione dall’associazione. Quel due per cento che viene rifiutato sono casi limite. Bisogna quindi riconoscere il gran lavoro preliminare fatto dai nostri uffici e dai nostri consulenti che affiancano gli imprenditori con gli strumenti adatti, come per esempio credit pass, per colmare mancanze che oggi non sono più accettabili».
Voi insistete molto sulla necessità di portare la cultura finanziaria all’interno dell’impresa. Come reagiscono gli imprenditori a questa “pressione”?
«Iniziano a capire che l’approccio deve essere diverso perché è cambiato il mondo. Non importa se sei micro o sei grande, se vuoi ottenere credito devi avere i conti a posto, rispettare le regole, che sono europee, meritare il rating. E se servono le competenze devi acquisirle, però devi prima riconoscere di non possederle».
Che cosa determinerà il cambiamento definitivo in un aspetto così cruciale per l’impresa?
«Penso il passaggio generazionale. I nostri imprenditori sono straordinari ma ogni cambiamento culturale ha bisogno del tempo necessario e della consapevolezza della propria mancanza».
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