Lago troppo alto? “Così scopriamo gli abusi”
Secondo il Parco del Ticino la piena del Verbano può essere l'occasione per verificare l'uso improprio di aree demaniali: "L'innalzamento fino a due metri non può causare danni"
Non può causare danni e può diventare l’occasione per scoprire abusi. E’ questa la teoria del Parco del Ticino dopo la piena che nei giorni scorsi ha interessato il Lago Maggiore.
«Gli eventi piovosi delle ultime settimane hanno causato un rialzamento del livello del lago fino a un massimo di 1,96 metri sullo zero idrometrico di Sesto Calende -spiega il vicedirettore del parco, Luigi Duse- e tale situazione ha obbligato al completo abbattimento della diga della Miorina, ossia all’apertura completa». Il Ticino è stato così invaso da una portata di acqua vicino ai 1000 metri cubi al secondo, una montagna d’acqua in un tempo brevissimo per la quale «non si è registrato alcun inconveniente grazie al modello di pianificazione idraulica e naturalistica applicato da 40 anni».
Se lo stesso non si può affermare per le sponde del Lago Maggiore, bisogna andare indietro nel tempo: «le aree di demanio lacuale sono quelle interessate fino a quota 2 metri dallo zero idrometrico della diga della Miorina, così come stabilito dal Consiglio dei Lavori Pubblici nel 1942 -ricostruisce Duse- e tali aree hanno un vincolo di carattere idraulico, ossia devono essere a disposizione delle normali modifiche del livello del lago nel corso dell’anno». In base a questo «non è comprensibile come la situazione che si è verificata nei giorni scorsi, con un livello dell’acqua del lago al di sotto dei 2 metri, possa causare danni». E quindi? «L’innalzamento del lago fino a sfiorare i due metri potrebbe essere l’occasione per individuare tutti gli usi impropri delle aree demaniali, in particolare le costruzioni di manufatti che non dovrebbero essere autorizzate se impediscono al lago di occupare le aree di propria pertinenza».
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