Pedemontana in mano a Di Pietro: “L’opera si farà tutta”
Il nuovo presidente di Pedemontana, Antonio di Pietro, ha confermato che l'opera sarà conclusa entro il 2021: "Solo così sarà sostenibile"
Pedemontana si farà tutta. Ad assicurarlo è Antonio Di Pietro, il nuovo presidente della società, durante una conferenza stampa con il governatore lombardo Roberto Maroni.
«Ho accettato la presidenza con l’obiettivo di realizzare l’opera nella sua interezza» ha spiegato Di Pietro e questo per due motivi: «già da ministro la ritenevo importante e credo che solo farla nella sua interezza renderà possibile la sostenibilità del piano economico finanziario». Un impegno che punta a dare una risposta a chi per il traffico «tutte le mattine non può subire la stessa odissea, perché di odissea si tratta». E c’è anche una data prevista nel completamento dell’opera: 2021. E’ questo il limite fissato dall’ex PM e dal presidente di Milano Serravalle, Maura Carta, che ora però dovranno trovare i 4 miliardi e 118 milioni di euro necessari (che diventano 5 considerati se si considerano gli oneri finanziari).
Un tentativo non facile per il quale Di Pietro potrà contare sull’appoggio della Regione. «Di Pietro ha le competenze per occuparsi di questi temi avendo fatto il ministro delle infrastrutture ed essendo stato riconosciuto come ministro di grande disponibilità e capacità decisionale dai suoi interlocutori lombardi: la Pedemontana è anche merito suo» ha commentato Roberto Maroni, uno dei padri della scelta della nomina. Ma in più secondo il governatore «ha anche la determinazione in merito al fatto che l’opera si farà e si farà tutta, che è quello che Regione Lombardia ha sempre sostenuto».
Certo è che i problemi da superare non sono pochi, a partire dal pedaggio e arrivando fino alle compensazioni non ancora fatte sui territori. E se da un lato Maroni assicura che «ci sono tutte le condizioni per arrivare fino in fondo» dall’altro sono molte le perplessità. «Con Di Pietro a Pedemontana non cambia nulla, i problemi nel proseguimento dell’opera, fortunatamente, restano tutti» attacca Gianmarco Corbetta del Movimento 5 Stelle, secondo il quale «con Tonino ora Maroni tenta l’ultima mossa disperata: aggraziarsi il governo centrale per ottenere altri fondi pubblici ma anche questa strada fallirà miseramente». Dubbi arrivano anche dal Partito Democratico con Alessandro Alfieri e Luca Gaffuri che chiedono «un confronto in Aula su questo tema: sulla conclusione dei lavori dell’infrastruttura che ad oggi, per mancanza di liquidità, è completa solo per alcuni lotti, perché se si vuole finire l’opera bisogna necessariamente modificare il progetto per renderlo sostenibile finanziariamente».
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2021???? Ma stiamo scherzando, spero!!!! Ancora 5 anni per un’opera che è necessaria come l’aria che respiriamo???? Assurdo!