Alla Feltrinelli parlerà Lucino Dolcifeste

Venerdì 16 settembre il nuovo libro di Davide Ielmini verrà presentato alla Libreria Feltrinelli (inizio ore 18). Interverranno l'autore e l'editore Pietro Macchione. L'attrice Serena Nardi leggerà alcuni brani

Lucino Dolcifeste

Non bisogna commettere l’errore di considerare “Lo strabilievole Natale di Lucino Dolcifeste” (Pietro Macchione Editore)  una fiaba, perché fiaba non è. Con gli occhi immersi nel cielo stellato («La lavagna dove Dio scrive la sua storia») Davide Ielmini conduce il lettore nella meraviglia che avvolge i bambini nella notte di Natale.

La vita di Lucino, abitata da tanti personaggi buffi e comunque probabili, è uno sguardo immerso nei sentimenti, non contaminato dalle frenesie consumistiche, in grado di ascoltare il canto della neve silenziosa, magica pozione che placa le paure di Lucino che, poi, sono quelle di tutti. La famiglia Dolcifeste ha le sue stranezze, a cominciare dal cognome, ma è un bel rifugio carico d’amore per un bambino sensibile e malinconico che ha pochi amici e ama giocare in solitudine.

Il pranzo di Natale è il suo unico momento social, dove la condivisione dello spazio è anche il modo per mettere riparo alle ingiustizie della vita, medicare con dolcezza le ferite dell’anima riavvicinando genitori e figli, nonni e nipoti e zii randagi.

Lucino è un solitario ma non si dimentica mai degli altri, anzi. Il Natale per i Dolcifeste è il culmine di una serie di opere buone, la palestra dove esercitare la muta solidarietà in favore degli ultimi.  Gesti e azioni, non eclatanti nella loro dimensione quanto nel loro significato, possono crescere a tal punto da cambiare il mondo.
«D’altronde anche una quercia gigantesca nasce da un piccolo seme».
E questo Lucino lo sa bene.

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Venerdì 16 settembre il nuovo libro di Davide Ielmini sarà presentato alla Libreria Feltrinelli (inizio ore 18). Interverranno l’autore e l’editore Pietro Macchione. L’attrice Serena Nardi leggerà alcuni brani

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 15 Settembre 2016
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