Lotta all’inquinamento, quanto “mangia” ogni pianta?

Nei parchi o a casa, l'importanza delle piante è fondamentale nella lotta all'inquinamento atmosferico. Ecco l'impatto di ogni singolo albero

L'albero dell'anno

Un valore strategico fondamentale. Così viene definito il contributo da Coldiretti di ogni singola pianta nella lotta all’inquinamento a margine del convegno sul “Valore del Verde” che ha portato a Milano i massimi esperti in materia. Ogni singola pianta, nei parchi o anche tra le mura di casa, dà il suo contributo nel fornire ossigeno, assorbire anidride carbonica e fermare smog e polveri sottili.

Ma quanto incide ogni albero? «Una pianta adulta –spiega Rita Baraldi, ricercatore del CNR di Bologna all’Istituto di Biometeorologia– nell’arco di dodici mesi soddisfa il fabbisogno di ossigeno di 10 persone ed è in grado di assorbire dai 20 ai 50 chili di anidride carbonica, a seconda della specie. Le varietà più “mangia smog” sono larici, cipressi, salici, pioppi, betulle, tigli, ontani e aceri. E così, ad esempio, una quercia nell’arco di mezzo secolo riesce a immagazzinare oltre 5 tonnellate e mezzo di CO2 sotto forma di biomassa». Non solo, le piante sono fondamentali anche per fermare l’inquinamento. «A Milano – secondo i dati mostrati da Baraldi – nei Giardini di Porta Venezia, un ippocastano riesce a fermare in media ogni anno 225 grammi di polveri sottili PM10, un tiglio supera i 250, una farnia 170 e una magnolia 111, mentre un acero riccio sfiora i 190 grammi all’anno». In pratica ogni ettaro in più di piante –calcola Coldiretti Lombardia- significa circa 20 chili in meno di polveri e smog ogni anno.

L’importanza delle piante è anche all’interno delle mura di case e uffici. Se infatti in generale l’inquinamento a Milano miete in media 800 vittime all’anno, quello delle case è il terzo fattore di rischio di morte (dopo l’ipertensione e il fumo) e può essere contrastando con alcune essenze: «il ficus beniamino, l’edera e la felce, ad esempio, vanno bene contro formaldeide, benzene e fumo di sigarette», continua la ricercatrice.

Da non trascurare è poi l’aspetto economico, e quindi ambientale: un’abitazione inserita in un ambiente verde con alberi risparmia fra gli 80 e i 200 euro all’anno di minori costi per riscaldamento e raffreddamento. Un elemento di valutazione importante visto che il 2016 si è classificato come l’anno più caldo di sempre a livello mondiale con la temperatura media registrata nei primi nove mesi sulla superficie della terra e degli oceani addirittura superiore di 0,89 gradi celsius rispetto alla media del ventesimo secolo. Un anno terribile, quello che si avvia alla conclusione, dal momento che l’Organizzazione meteorologica mondiale ha lanciato l’allarme sulla concentrazione media di anidride carbonica nell’atmosfera che ha raggiunto il traguardo di 400 parti per milione.

Proprio per questo «incentivare, anche fiscalmente, il verde – concludono Coldiretti Lombardia e Assofloro, l’organizzatore del convegno– oltre a migliorare la qualità della vita e aiutare l’ambiente, servirebbe da volano economico e occupazionale per un settore che, nonostante la crisi, conta ancora a livello nazionale 30mila imprese che danno lavoro a 158mila addetti per un fatturato di 2,7 miliardi di euro. Mentre in Lombardia le realtà presenti sono oltre cinquemila, seppure in calo rispetto alle 6.500 di una decina di anni fa».

Marco Corso
marco.corso@varesenews.it

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Pubblicato il 24 Ottobre 2016
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