Molina: il prestito è sospetto, Campiotti rischia sanzioni
La Ats (organismo di controllo) ha relazionato in regione: "Prestito a Rete 55 sembrerebbe illegittimo". Tra le ipotesi spunta il commissariamento
Il Molina rischia di essere commissariato dalla Regione Lombardia. Sul prestito che la Fondazione guidata da Christian Campiotti ha concesso per 450mila euro, nel 2015, a Rete 55 Evolution, una società posseduta da una Tv privata del territorio, grava una pesante ombra di illegittimità rispetto agli scopi statutari della onlus e alle norme di legge. Lo hanno affermato, in sostanza, i dirigenti dell’ente che sta effettuando una indagine di controllo sulla vicenda, la ex Asl. L’organismo che detiene tutti i poteri ispettivi: quello di revoca della delibera, di commissariamento della Fondazione e persino di richiesta danni agli amministratori in carica. (La Ats Insubria oggi ha competenza su Varese e Como).
L’ASSENZA DI CAMPIOTTI
Il caso Molina é stato affrontato dalla commissione regionale sanità a Milano e dopo una relazione del direttore generale della Ats Paola Lattuada e del direttore dell’area sociale Lucas Maria Gutierrez, si é passati alle domande dei consiglieri regionali. Il Presidente della Fondazione Molina Christian Campiotti, come annunciato ieri, non si é presentato e il presidente della commissione sanità Fabio Rolfi ha rivelato che già una volta Campiotti aveva declinato l’invito. La commissione gli aveva fatto la cortesia di spostare la data dell’audizione ma ancora sono sorti problemi : “E’ un atteggiamento schizofrenico il suo – ha commentato- poco rispettoso del consiglio e della commissione che deve promuovere la trasparenza e che va stigmatizzato. Non si era mai vista in Regione una cosa del genere”.
(Luca Gutierrez e Paola Lattuada)
I MOTIVI DI PROBABILE ILLEGITTIMITA’
Gutierrez dell’Ats ha riferito che l’agenzia si é dotata di un consulente legale per esaminare le carte del Molina ma ha fatto capire che la Fondazione sottoposta all’ indagine amministrativa, da tempo, sta collaborando a singhiozzo. E che nonostante gli inviti non ha ancora inviato tutte le carte richieste. Il messaggio lanciato in commissione dalla Ats è che la Fondazione stia ostacolando, quantomeno nei tempi, la vigilanza, poiché ancora due giorni fa sono stati richiesti alcuni documenti mai pervenuti (ad esempio se esistano altri prestiti privati nel 2016).
Gutierrez ha riferito che il famoso prestito a Rete 55 di 450mila euro “sembrerebbe essere illegittimo”. L’uso del condizionale é una precisa scelta del dirigente, perché la Ats non ha concluso tutti gli accertamenti (tempo previsto: 15 giorni). Nonostante la questione sia “sub judice”, il primo accertamento giuridico porta ad avvalorare i sospetti, in particolare sui cinque punti che il dirigente ha elencato con precisione: la Fondazione non ha tutti i requisiti per effettuare operazioni finanziarie di quel tipo (ne servono almeno tre, il Molina ne ha uno solo ovvero il valore di portafoglio oltre i 500 mila euro); il suo organismo di vigilanza non é conforme alle società titolate a sottoscrivere questo genere di prestiti privati, avendo tra gli organismi di controllo anche un dipendente della stessa Fondazione (manca quindi la necessaria indipendenza dei controllori). Ma soprattutto: il prestito é stato deciso dal presidente e solo successivamente avallato dal cda e lo statuto non sembra dargli questi poteri, senza contare che Campiotti non ha il curriculum che le norme richiedono a chi maneggia titoli e prestiti. Anche la società Rete 55 Evolution spa non avrebbe le caratteristiche di solidità necessaria richiesta poiché è una società non quotata (peraltro aperta da poco, al momento del prestito, nel 2015, quando non aveva ancora depositato il primo bilancio)
Dunque – e il caso politico sta proprio in questo – ci sono almeno 5 punti che non tornano nel prestito che il Presidente del Molina Campiotti (politico della Lega Civica) ha di fatto concesso alla tv Rete 55 guidata da un editore molto vicino al suo stesso partito.
APPALTO MENSA, TUTTO REGOLARE
Il guaio è che ora Campiotti è fortemente a rischio di sanzioni, anche se almeno su un punto può registrare una vittoria. La Ats ha chiuso il caso dell’appalto mensa: il 4 ottobre ha inviato una lettera al sindaco di Varese Davide Galimberti (che aveva segnalato una protesta della Pellegrini spa) in cui afferma che l’appalto si poteva fare senza gara e con una semplice indagine di mercato.
SE IL PRESIDENTE HA SBAGLIATO, CHE SUCCEDE?
I consiglieri hanno rivolto molte e puntuali domande alla Ats. Alessandro Alfieri del Pd ha chiesto conto dei ritardi nell’indagine, la Ats ha risposto che c’è stata la non collaborazione della Fondazione Molina. Luca Marsico di Forza Italia tra le varie domande ha chiesto se il sindaco di Varese Davide Galimberti abbia potere di revoca del cda e poteri di intraprendere una azione contro i consiglieri. La risposta é stata chiara: il sindaco di Varese non ha potere di revoca ma solo di nomina. Tuttavia se dovesse emergere una censura da parte della Ats alla Fondazione il Comune di Varese, come ente portatore di interesse, avrebbe la facoltà di proporre la revoca dei vertici alla Regione e anche al Tribunale ordinario.
Raffaele Cattaneo di Ncd ha parlato di “scenari cupi” che emergono dal rifiuto di Campiotti di sottoporsi all’audizione in Regione, ma soprattutto ha richiesto un’indagine conoscitiva del consiglio regionale sul Molina.
La circostanza che il Molina non ha ancora fornito tutte le carte é emersa con forza, e nuovamente, quando sono state formulate dai consiglieri una serie di domande a cui l’Ats non ha potuto rispondere: quali assunzioni siano state fatte; se sia stato sottoscritto un altro prestito obbligazionario nel 2016 e a favore di chi; oppure ancora se il Presidente Campiotti percepisca un compenso e quanto. Ats afferma infine che é stata sborsata una cifra importante per il licenziamento dell’ex direttore generale, nel 2015, e che tale funzione oggi sembrerebbe in capo al direttore amministrativo.
Click su play per ascoltare l'audio dell'audizione della commissione:
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Pazzesco.
Difficile immaginare le ripercussioni sulla politica cittadina se il parere di ATS dovesse essere confermato.
A partire dalla posizione del Presidente del Consiglio Comunale.
Ma quello che più interessa ai Varesini a questo punto, è che i soldi vengano restituiti alle casse del Molina.