Binelli (Lega): “Da Galimberti per Natale l’aumento di nido e doposcuola”
Il capogruppo della Lega Nord in Comune critica le decisioni della giunta sulle tariffe dei servizi scolastici
Riceviamo e pubblichiamo la nota di Stefano Binelli, capogruppo della Lega Nord in Consiglio comunale a Varese
Sotto l’albero di Natale, il regalo del sindaco Galimberti ai Varesini è un micidiale aumento delle tariffe di tutti i servizi scolastici, dagli asili nido al doposcuola delle scuole medie.
Per 7 anni (9 per gli asili nido), l’amministrazione Fontana aveva mantenuto ferme le tariffe scolastiche al fine di tutelare le famiglie, riducendo i costi di altri settori; oggi, in un momento di grave difficoltà, la sinistra che occupa Palazzo Estense vara una manovra che colpisce duramente la classe media lavoratrice varesina.
La decisione di aumentare le tariffe è stata attuata con un vero e proprio blitz da parte della maggioranza che ha impedito di analizzare gli effetti delle modifiche tariffarie introdotte. In commissione lo stesso presidente Iannini ha dovuto lamentare che la documentazione è stata fornita all’ultimo momento; inoltre essa era ampiamente lacunosa (mancava qualsiasi simulazione degli effetti sulle famiglie, le modifiche al regolamento degli asili nido sono state enunciate in modo volutamente incompleto da parte dell’assessoressa Dimaggio). In Consiglio Comunale, si è attuata una antidemocratica compressione degli spazi di discussione, resa evidente dalla sproporzione tra i tempi utilizzati dall’assessoressa Dimaggio per illustrare il provvedimento (circa un’ora e venti minuti) e quelli concessi ai consiglieri comunali di opposizione per svelare i reali effetti degli aumenti tariffari (5 minuti).
Essendo stato impossibile dialogare con la maggioranza su un tema così complesso e delicato, la Lega Nord per l’Indipendenza della Padania non può che spiegare ai cittadini le vere decisioni del sindaco Galimberti e i motivi per cui ha votato contro il provvedimento.
Penalizzazione dei residenti in Varese da oltre cinque anni
Per quel che riguarda gli asili nido, sono stati cancellati i punteggi attribuiti a coloro che risiedono in città di Varese da più di cinque anni: l’ultimo arrivato in città avrà gli stessi diritti di chi ci vive da sempre e poiché vengono stabiliti elevatissimi punteggi per “nuclei familiari in difficoltà”, vi è la certezza che vi sarà un accesso privilegiato (e gratuito) agli asili nido per gli immigrati irregolari.
Meno controlli sulla gestione degli asili nido
Per vigilare sulla funzionalità degli asili nido, ciascun nido aveva un comitato di gestione costituito da due genitori, due consiglieri comunali di cui uno di minoranza, tre dipendenti del nido e un sindacalista. Il comitato di gestione costituisce “l’organo di partecipazione sociale” dell’asilo nido. Con la “riforma” Dimaggio vengono esclusi dal comitato i consiglieri comunali, rappresentanti dei cittadini (probabilmente quello di minoranza dava fastidio) e il sindacalista, sottraendo la gestione del nido a qualsiasi controllo esterno e ponendola di fatto in mano ai soli dipendenti che costituiscono la maggioranza rispetto ai due genitori. In passato icomitati di gestione potevano effettuare controlli sulle graduatorie per l’accesso ai nidi ed esprimere pareri sulle tariffe: queste competenze sono state cancellate dalla giunta Galimberti, alla faccia della trasparenza.
Burocratizzazione dei rapporti tra cittadini e Comune
Ma l’aspetto peggiore è la manovra tariffaria.
Il nuovo calcolo della tariffa prevede una massiccia estensione dell’impiego dell’ISEE, un parametro molto complesso che il cittadino deve richiedere tramite un CAF (pagando ovviamente) e che comporta che le famiglie forniscano all’amministrazione comunale informazioni non solo riguardanti il reddito, ma anche il patrimonio di tutti i componenti della famiglia (case, consistenza del conto corrente, possesso di titoli di stato, obbligazioni, azioni, libretti di deposito, autoveicoli). Il tutto per iscrivere il figlio al doposcuola. L’obbligo di presentazione di questi documenti, finora limitato a coloro che avevano valori di ISEE inferiori a 30.000 €, viene esteso a coloro che hanno ISEE fino a 55.000 €, cioé alla quasi totalità degli utenti.
Riduzione dei servizi
L’orario degli asili nidi stabilito dall’amministrazione a guida leghista era compreso tra le 7:30 e le 15:30 con la possibilità di prolungamento fino alle 18:00, previo pagamento di una quota aggiuntiva. La giunta Galimberti considera invece l’orario normale compreso tra le 9:00 e le 15:30; per affidare al nido il figlio prima delle 9:00 bisognerà pagare una quota aggiuntiva, così come per prolungare il tempo fino alle 18.
Anche sulle scuole materne l’orario standard viene ridotto: se prima andava dalle 8:30 alle 16:30, con il nuovo sistema esso andrà dalle 9:00 alle 16:00 (con riduzione da 8 a 7 ore) e per affidare i figli alla scuola prima di questo orario o prolungarne la permanenza si dovrà pagare delle quote aggiuntive.
Asili nido più cari
Ma entriamo nello specifico. Quanto costerà ad una famiglia di due impiegati con un figlio e casa di proprietà (reddito ISEE 24.000 €) portare i figli all’asilo nido tra le 7.30 e le 18.00? Con la tariffa precedente si aveva tariffa fissa 174,87 € + tariffa prolungamento 31,50 € + tariffa variabile 15,12 €/giorno = 174,87+15,12×22= 539,01 € al mese. Con la nuova tariffa tariffa fissa 482,43 € + tariffa prolungamento 40 € + tariffa ingresso anticipato 25 € = 547, 43 €. Pochi euro in più, si dirà: niente di più sbagliato.
La tariffa precedente aveva una rilevante componente riferita alla frequenza, per cui se il bambino non andava al nido tutti i giorni (fatto abbastanza comune perché si tratta di bambini molto piccoli, che le madri giustamente non portano al nido se non sono in perfetta salute), la tariffa effettivamente pagata diminuiva sensibilmente (oltre 15 euro al giorno), mentre ora la tariffa è fissa, per cui, a meno che il bambino non sia assente per più del 50% dei giorni, le famiglie dovranno pagare comunque l’importo fisso. Un tasso di assenza del 15% è assolutamente fisiologico nei nidi, per cui, se il bambino salta tre giorni al mese, il confronto diviene 493,65 € con il centrodestra, 547,43 € con il centrosinistra (+11%): un aumento di costo stimabile in quasi 600 euro in più all’anno. Per le fasce ISEE superiori il salasso è ancora peggiore.
Scuole materne: massicci aumenti per la maggioranza delle famiglie
La situazione è anche peggiore per le scuole materne comunali dove il 40% degli utenti ha un reddito ISEE superiore a 30.000 €. Cosa succede a queste famiglie se vogliono portare i figli alla scuola materna tra le 7:30 e le 17.00 (per dovere di cronaca la giunta Galimberti ha esteso l’orario fino alle 17.30) ?
Per le famiglie con ISEE pari a 30.001 €. Con la tariffa precedente si aveva tariffa fissa 64,80 € + ingresso anticipato 27,00 € + uscita posticipata 43,20 € = 135,00 € mensili. Con la tariffa attuale tariffa fissa 67,29 + ingresso anticipato 28,04 € + uscita posticipata 44,86 € = 140,19 € mensili. Per le famiglie con ISEE pari a 55.000 la nuova tariffa è di tariffa fissa 129,60 € + ingresso anticipato 54,00 € + uscita posticipata 86,40 € = 270,00 € mensili. A questo va aggiunto il costo della mensa sul quale la giunta Galimberti ha applicato un incremento secco del 17% da 4,70 € a 5,50 € a pasto.
Se quindi calcoliamo il costo per una famiglia che per 22 giorni al mese porta il figlio alla scuola materna avremo che, per famiglie con ISEE intorno a 30.000 €, il costo mensile passa da 238, 40 € a 261,19 € (+9,5%), mentre per i “ricconi” con ISEE pari a 55.000 il costo mensile passa da 238,40 € a 391,00 € (+64%). Si può stimare che una famiglia con ISEE superiore a 55.000 pagherà circa 4.000 euro annui per iscrivere il figlio alla scuola materna (1500 euro in più rispetto a prima).
Effetti sul bilancio del servizio
L’aver caricato fortissimi aumenti sulle famiglie varesine della classe media potrà avere effetti devastanti sul bilancio comunale, poiché se la differenza di costo tra le scuole materne comunali e quelle private diventa minore, le famiglie con redditi medi saranno indotte a valutare l’offerta delle scuole materne private, con il rischio che le entrate per il Comune, invece che aumentare, diminuiranno. Tutto ciò ha l’effetto collaterale di trasformare le scuole materne pubbliche in scuole “per poveri”, mentre la ricchezza culturale di scuole interclassiste viene ad essere persa; cosa del resto che la sinistra ha già ampiamente ottenuto nelle scuole statali.
Scarsa attenzione per le scuole convenzionate
Il servizio della scuola materna a Varese è storicamente offerto prevalentemente da scuole non pubbliche (ex enti morali) che, in forma sussidiaria, si sono convenzionate con il Comune per
garantire un servizio ampio ed articolato sul territorio, accettando il sistema tariffario comunale. L’amministrazione Galimberti ha approvato questa radicale e discutibile manovra tariffaria senza neppure consultare le scuole convenzionate che ora potrebbero subire gli effetti devastanti dei cambiamenti introdotti dall’assessoressa Dimaggio in termini di perdita di utenza, senza che Galimberti si sia degnato di ascoltarli: il sindaco infatti ha respinto la proposta del consigliere della Lega Nord Piatti di rinviare la discussione a dopo il confronto con le scuole materne convenzionate.
Babysitter di Stato
Ingiustificato infine l’entusiasmo con cui l’assessoressa Dimaggio ha presentato il suo progetto “Cenerentola” che consentirà di lasciare i figli ad una scuola comunale dalle 20.15 alle 23.45 al costo di 15 euro, così che i genitori possano “andare al cinema” (così disse l’assessoressa). Detto che, in tempi di ristrettezze di bilancio, forse non si tratta proprio di un servizio prioritario, vien da chiedersi perché il Comune voglia mettersi a far concorrenza sleale (a 4,38 €/ora si configura come dumping salariale) a decine di disoccupate, studentesse e pensionate che sbarcano il lunario facendo le babysitter.
Ancora una volta, la giunta Galimberti dimostra che il suo unico lato forte è la propaganda con cui camuffa provvedimenti malfatti e negativi per la città; in questo caso ha anche cercato di aggiungere il bavaglio alle opposizioni, per tutelare l’evidente inadeguatezza dell’assessoressa Dimaggio, ma la Lega Nord non si arrende e continuerà a rendere pubblica la verità sugli atti della giunta di sinistra.
Nel frattempo, malgrado la nuova spremitura ad opera di Galimberti & co., auguriamo ai Varesini di passare un Buon Natale.
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