La Quiete, sfratto rinviato al 20 gennaio
Lo ha deciso l’ufficiale giudiziario giunto nella sede della casa di cura varesina oggi, 9 gennaio, giorno nel quale sarebbero dovuti scattare i sigilli
La Quiete, sfratto rinviato al 20 gennaio. Lo ha deciso l’ufficiale giudiziario giunto nella sede della casa di cura varesina nel pomeriggio di lunedì 9 gennaio, giorno in cui sarebbero dovuti scattare i sigilli.
La scelta è stata presa perché secondo l’ufficiale giudiziario chiudendo subito si creerebbe un danno all’utenza, essendoci varie visite prenotate e servizi in corso. Inoltre, sul fronte cessione dell’attività (La Quiete casa di cura srl e la Quiete centro diagnostico srl), ci sarebbero proposte concrete che si stanno discutendo proprio in queste ore. La soluzione definitiva però non c’è ancora e rimangono pochi giorni per trovarla insieme agli 8 milioni di euro per l’acquisto dell’immobile, altrimenti La Quiete chiuderà.
Oltre all’ufficiale giudiziario, c’erano i rappresentanti legali della clinica, i rappresentanti del Gruppo Sant’Alessandro, titolare dei due rami di azienda che operano nel complesso immobiliare di via Dante, Alessandro Casinelli, in rappresentanza dell’omonimo gruppo, che ha pagato ai dipendenti gli stipendi arretrati fino a ottobre e le tredicesime.
Durante la giornata è intervenuto anche il segretario provinciale della Cgil Umberto Colombo che ha parlato con i lavoratori riuniti in assemblea permanente. «È importante – ha detto Colombo – che il sindaco e il prefetto si siano attivati, ma è altrettanto importante che tutta la cittadinanza sia vicina a questi lavoratori per scongiurare che ci sia un’interruzione dell’attività e del servizio, sarebbe una perdita enorme».
Tra i presenti anche il senatore della Lega Nord Stefano Candiani e il consigliere comunale del Carroccio Marco Pinti. «Sono qui per manifestare la mia vicinanza ai dipendenti – ha detto il senatore -. Questo è un luogo simbolo di Varese, un luogo della comunità, e la politica se ne deve interessare, nonostante la stessa politica non goda di buona salute».
NESSUN CONVEGNO ALLA QUIETE – Il convegno sull’osteoporosi previsto per la sera del 13 gennaio non si farà più nella clinica ma in un’altra sede, nella riunione si è parlato della Sala Montanari di Varese quale probabile alternativa. L’annullamento del convegno e lo stop a ricoveri e visite sono stati sollecitati anche dal legale di Sandro Polita, socio di Ansafin spa, nel cui fallimento è ricompreso il complesso immobiliare della Quiete.
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