Rientra in consiglio Magarò e la questione fa discutere
Il Prefetto dispone il rientro del consigliere comunale, dopo la condanna in primo grado. Sulla presa d'atto una parte del centrosinistra lascia l'aula insieme alla Lega e la mossa crea malumori in maggioranza
Lunedì 27 maggio è rientrato in consiglio comunale Quintino Magarò, che da mesi era sospeso a seguito prima di una indagine e poi di un processo e di una condanna in primo grado per truffa. Magarò è rientrato su disposizione del prefetto, perché la condanna in primo grado non pregiudica l’attività di consigliere comunale: il consiglio ha votato la presa d’atto del legittimo rientro del consigliere eletto nelle file della civica Orgoglio Gallaratese-Mucci Sindaco, ma il voto ha riservato polemiche che hanno toccato soprattutto le file della maggioranza.
Perché? È presto detto: insieme alla Lega Nord, anche i consiglieri dell’IdV Edoardo Angotti e di Sel Alessio Mazza hanno deciso di abbandonare l’aula per non partecipare al voto. Mentre Pd e Città e Vita sono rimasti in aula per ratificare il passaggio, pur non nascondendo forti perplessità sull’opportunità della scelta di Magarò: «Il consiglio deve prendere atto di quanto ha disposto il Prefetto: noi mai e poi mai potremmo agire contra legem» dice il capogruppo del Pd Ivano Ventimiglia, che non nasconde una dose di amarezza rispetto all’uscita dall’aula dei due consiglieri di maggioranza: «Il pd si è assunto la responsabilità di rimanere in aula ed evitare conseguenze sul piano amministrativo, che sarebbero venute nel caso non si fosse dato seguito alla disposizione del Prefetto». Insomma, la questione qualche strascico l’ha lasciato, nella maggioranza di centrosinistra.
Quanto a Magarò, in consiglio è tornato a ribadire la sua versione dei fatti, ricevendo anche un «benvenuto» da Aldo Simeoni del PdL, passaggio che ha suscitato ulteriori perplessità nel centrosinistra. Magarò si è detto «profondamente amareggiato per ciò che è stato detto e scritto da alcuni» e ha indicato nel patto di stabilità (che ritarda i pagamenti dagli enti pubblici) come causa dei problemi che stava affrontando la Cooperativa Primavera. «Nel rispetto della legislazione, nella correttezza della mia condotta nella vita pubblica amministrativa, nella consapevolezza di aver sempre avuto attenzione e sensibilità alle problematiche della città, confermo la mia volontà di permanenza in consiglio comunale». L’intervento fatto in consiglio non è piaciuto molto al capogruppo del Pd Ivano Ventimiglia, che ha ribadito: «La legge seguirà il suo corso, Magarò spiegherà alla Giustozia, ai lavoratori della cooperativa e al suo elettorato, le spiegazioni non le deve a noi consiglieri comunali».
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