La Scuola taglia i costi: scompare il “Provveditorato”?
Al vaglio del Ministero la riorganizzazione dell'amministrazione scolastica. In discussione il futuro degli uffici territoriali che potrebbero accorpati o chiusi
Meno fondi alla scuola, tagli alla cultura. Da anni la dieta che si impone alle casse dell’istruzione fa insorgere docenti, studenti e genitori. E non solo. In tempi di "spending review" si cerca di raspare tutto il possibile per economizzare.
Così va inquadrata la riorganizzazione in corso dell’apparato amministrativo: quelli, per intenderci, che un tempo di chiamavano Provveditorati e poi sono stati chiamati Uffici scolastici provinciali e poi territoriali.
Ancora non è chiaro cosa sarà: si attende di conoscere, entro il 3 luglio, la nuova organizzazione decisa dal Ministero. Si dovranno determinare quanti uffici regionali ( non è detto che ogni regione avrà il suo) e quanti territoriali. Si va verso un accorpamento: la Lombardia dovrebbe mantenere la sua funzione autonoma ma, a livello provinciale, la distribuzione degli uffici potrebbe non corrispondere a quella attuale, sia per la presenza sia per il ruolo.
Già nell’ultima riunione, i dirigenti scolastici sono andati a Milano per incontrarsi direttamente con il direttore regionale Francesco De Sanctis, l’unico loro diretto superiore: la volontà è quella di avviare un sistema omogeneo regionale nei diversi aspetti educativi, mantenendo, nel contempo, l’autonomia scolastica, evitando qualsiasi intermediazione provinciale.
L’Ufficio scolastico territoriale perderà le sue funzioni?« È prematura parlare di scomparsa – spiega il dirigente Claudio Merletti – Siamo in fase riorganizzativa: sembra, comunque, che le funzioni amministrative siano destinate a proseguire. Si stanno valutanto gli aspetti dell’educazione: prima ogni provincia si organizzava da sé, gestendo i diversi progetti in autonomia. Ora il dirigente regionale vorrebbe dare omogeneità ai diversi aspetti: dalla disabilità, al disagio, all’intercultura, all’alternanza. Si punterà su reti scolastiche per creare sinergie e pratiche condivise».
Così, mentre il personale amministrativo proseguirà la sua opera, i docenti, una quindicina, attualmente distaccati con orari variabili all’Ust di Varese potrebbero rientrare a scuola: « Il loro contratto scade a fine agosto. Poi è tutto da decidere».
Dal futuro dell’Ust dipende anche la sede di via Copelli che già lo scorso anno sembrava sul punto di essere abbandonata: « Il tema non è più di attualità. Dopo aver vagliato diverse opzioni l’anno scorso, si è deciso di proseguire in questa struttura. Tutto dipenderà anche dal destino delle Province e da chi assumerà gli incarichi attuamente in capo a questi enti locali» condude il dottor Merletti.
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