Fazzoletto leghista durante la messa sulla Rai. Polemica su Fagioli
Il presidente del consiglio comunale, fratello del sindaco, spiega: "Indosso in ogni occasione sulla mia giacca, con orgoglio, la spilla leghista con l’effige di Alberto da Giussano e la pochette verde"
Polemica sulla pochette verde del presidente del consiglio comunale durante la santa messa trasmessa in diretta su RaiUno dal Santuario di Saronno. È accaduto domenica mattina, quando le telecamere della Rai hanno trasmesso la cerimonia per cui non erano stati fatti inviti ai politici. Sul pulpito è salito, a leggere una delle letture, il presidente del consiglio comunale, Raffaele Fagioli, come padre di famiglia. La polemica è scoppiata però perché Fagioli aveva nel taschino la pochette, simbolo della Lega Nord. Molte le lamentele scoppiate per questa azione.
«Leggo con stupore una serie di critiche, provenienti da diverse parti, riguardo l’aver esposto sul taschino della giacca una pochette verde durante la Santa Messa trasmessa in diretta RAI lo scorso 26 febbraio – spiega Fagioli in un comunicato stampa diffuso nella giornata di lunedì -. È doveroso premettere che indosso in ogni occasione sulla mia giacca, con orgoglio, la spilla leghista con l’effige di Alberto da Giussano e la pochette verde. Sono simboli, simboli a cui tengo e dai quali non intendo separarmi; è normale che non possano piacere a tutti, ma i gusti e le preferenze sono questioni soggettive e non mi permetto di entrare nel merito».
«Mi dispiace aver involontariamente provocato questo polverone creatosi, con tutta probabilità, solo per il fatto che domenica erano presenti le telecamere RAI – prosegue il presidente del consiglio comunale -: infatti ogni volta che indosso una giacca con la pochette verde, in chiesa, mai nessuno mi ha palesato critiche né tra i fedeli né tra i prelati. Non mi risulta che perfino il Cardinale, in visita a Saronno nel recente passato, abbia sollevato eccezioni di sorta – conclude -. Sono dispiaciuto per aver urtato la sensibilità di alcuni, ma questo non cambia la mia opinione e difendo fermamente il mio diritto di abbigliarmi ed indossare i simboli che ritengo più opportuni, fin quando non saranno espressamente vietati per legge».
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