La funivia ha il suo nuovo macchinista
Non soffre di vertigini e conosce la zona: l’agente di stazione Ranzoni prenderà servizio a breve. E darà una mano anche ai turisti
Ricordate la foto in bianco e nero degli operai che mangiano il panino sul grattacielo RCA in costruzione?
Ecco, ogni tanto Giuseppe Ranzoni, nuovo operatore della funivia di Monteviasco, dovrà fare qualcosa di simile: non fumarsi un sigaro in bilico, ma effettuare ispezioni dell’impianto anche a 200 metri di altezza da terra, con le dovute imbracature e sistemi di sicurezza.
Ma sempre 200 metri sono e in tanti, fra le persone che hanno partecipato alle selezioni per la posizione aperta dalla funivia “Ponte di Piero-Monteviasco”, hanno rinunciato.
«Sì, sono arrivati tanti curriculum, è vero, ma alla fine le selezioni le abbiamo concentrate su una quindicina di posizioni – ha spiegato Alessio Calebasso, uno dei due capiservizio dell’impianto – . E tutti e 15 sono stati portati sui macchinari e gli è stato spiegato cosa avrebbero dovuto fare: in alcuni casi anche “uscire” per eseguire ispezioni. A questo punto in molti hanno desistito, e la scelta è caduta su Giuseppe».
Il nuovo operatore abita a Curiglia e dopo un periodo “a valle” ha deciso di tornare a casa. Ha da poco superato la cinquantina e guadagnerà attorno ai 600 euro al mese, cifra che da queste parti può bastare per una vita frugale e senza troppi fronzoli.
«Tante delle persone che hanno risposto al nostro annuncio non sapevano neppure come fosse fatta una funivia, per questo abbiamo scelto di mostrare subito di cosa si tratta – spiega Calebasso – . Siamo di fronte ad un impianto dotato di severe regole di sicurezza e con tre funi: la portante, che sostiene la vettura, quella traente, e fune di soccorso per movimentare il carrello di soccorso: un sistema che viene alimentato con impianti elettrici a sé stanti e di riserva che muove un carrello di sicurezza impiegato per raggiungere la cabina in caso di problemi. Di fronte a queste manovre, non è concepibile assumere qualcuno che al momento del bisogno abbia problemi a lavorare da grandi altitudini».
Ma forse non è solo questo il motivo che ha fatto ricadere la scelta sul Giuseppe: Ranzoni è originario di Monteviasco, proprio dove arriva la funivia, conosce bene la valle e le montagne, sa i percorsi per raggiungere i punti panoramici, la frazione di Piero e tutto quello che c’è da vedere da queste parti. Conosce il Camoscio, il Barchet e il Vecchio circolo, che sono i tre ristoranti del paesino.
«Proprio così: oltre a guidare la funivia, il nostro lavoro negli ultimi anni è diventato anche quello di dare informazioni, spiegare ai turisti dove possono mangiare e dormire, informarli dei giorni di chiusura dei ristoranti – conclude Alessio – . Del resto noi viviamo di questo e anche parlare della nostra terra è diventato parte del nostro lavoro».
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