Dopo il caso Lonate, Gallarate ancora in attesa dell’assessore
Sono passate due settimane dalle dimissioni di Orietta Liccati. Pd e Forza Italia si scambiano bordate, ma la vera partita è dentro la maggioranza
Due settimane dopo il blitz che ha decapitato l’amministrazione comunale di Lonate Pozzolo, a Gallarate ancora si cerca una quadra sul rimpasto di giunta. Reso necessario dall‘addio di Orietta Liccati, l’assessore all’urbanistica indagata e sottoposta a obbligo di firma nel quadro dell’inchiesta lonatese.
«Gallarate non c’entra nulla con gli arresti» è il mantra ripetuto nelle file della maggioranza, per allontanare il fantasma lonatese. Dal punto di vista giudiziario, anche la Procura di Busto Arsizio ha chiarito che Liccati è indagata – per così dire – come privato cittadino e compagna del sindaco Danilo Rivolta, non come assessore gallaratese (le perquisizioni in Broletto a Gallarate sono state limitate al solo suo ufficio personale).
Sul piano politico, però, i contraccolpi dell’inchiesta di Lonate ci sono. Forza Italia si è ritrovata in imbarazzo, stretta tra la tradizionale linea fermamente garantista e la necessità di tenere la posizione all’urbanistica, snodo centrale dell’amministrazione. Forza Italia vorrebbe tenere la posizione, dalle file della Lega si ragiona invece sul numero di assessori Ora: non è escluso che la sistemazione passi non da un semplice avvicendamento all’urbanistica ma da un mini-rimpasto (come già visto con la coppia Bonicalzi-Rech, giocato tutto in casa Lega). «Il gioco vale la candela, se facciamo un passo avanti sull’urbanistica» si lascia sfuggire un leghista.
Forzare un po’ la mano è possibile, dalle parti del carroccio lo si è capito quando Forza Italia ha accettato, senza colpo ferire, la linea intransigente sul ramadan (è la stessa lettura che danno – sulla sponda opposta – dalle parti del Pd). Una accettazione che ha comportato il rinvio del consiglio comunale su un punto delicato su cui c’era stata qualche apertura e su cui anche un pezzo di maggioranza – Libertà per Gallarate – ha votato insieme alle opposizioni, perché si discutesse il tema.
Nel frattempo Forza Italia contrattacca. Il Pd – che sul caso Lonate si è mosso in parte con prudenza, nei primissimi giorni – ha chiesto di allontanare il «sistema Lonate» da Gallarate, identificandolo in particolare con il rischio di un ritorno all'”urbanistica contrattata”, quella che lascia più spazio alle trattative tra Comune e privati che non alle regole scritte. Era il cambio drastico di approccio che secondo il Pd emergeva dalle linee guida presentate da Orietta Liccati – nelle vesti di assessore – giusto la sera prima degli arresti a Lonate. Ferma la risposta di Forza Italia, difendendo appunto il modello («un principio della legge regionale vigente») e sparando bordate sui dem gallaratesi, sull’ex sindaco Guenzani e sul suo vice e delegato all’urbanistica Pignataro: «Al Pd non interessa tanto la questione morale, alla quale invece dice di voler guardare, ma interessa piuttosto conservare la pianificazione urbanistica attuale», spiega il commissario cittadino Alberto Bilardo, uomo di punta di Forza Italia. Il contrattacco di Forza Italia si concentra soprattutto sul ruolo di Guenzani 25 anni fa, al «cemento e i centri commerciali su viale Milano» e alle previsione sull’area 336, pensate in ottica della “Grande Malpensa” (si diceva allora) che s’immaginava all’orizzonte.
Dal canto suo, il Pd respinge rivendica il lavoro svolto con la Variante al Pgt («abbiamo ridotto di 580mila metri quadri la previsione di consumo di suolo») e chiede continuità su questo punto, sperando forse anche di trovare qualche sponda nella Lega Nord. «Il Pgt di Gallarate può cambiare, ma non deve cambiare l’obiettivo di tutelare con trasparenza la nostra città» spiegano i dem. «Chiediamo con forza che non si creino a Gallarate le condizioni dello sviluppo urbanistico del primo decennio degli anni 2000 contro cui la Lega cittadina aveva combattuto insieme a noi». Certo, nelle file della Lega molto è cambiato, a livello gallaratese come a livello nazionale. «Chiediamo alla Lega e al sindaco-assessore pro tempore se ha cambiato posizione rispetto alla battaglia fatta nel 2011: accetta di inginocchiarsi di nuovo a Forza Italia–Agorà, consentendo che a Gallarate si torni a costruire in modo disordinato dovunque con eliminazione dell’ultimo verde rimasto?» (il riferimento ad Agorà è una polemica nella polemica: è la corrente dei “laici”, che cerca invece di dare di sé una immagine indipendente).
Fin qui le bordate politiche tra maggioranza (un pezzo, chè la Lega è più defilata) e opposizione. Poi c’è appunto il confronto interno, che corre più sottotraccia. Tra i nomi graditi a Forza Italia ci sarebbero in particolare il capogruppo Alessandro Petrone e il commissario cittadino Alberto Bilardo, due colonne portanti, con esperienze di lungo corso, i cui nomi sono già filtrati nei giorni scorsi. Ipotesi credibile? A due settimane dai fatti di Lonate, forse sta maturando il tempo per arrivare ad una soluzione.
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