Picchia la moglie e gli agenti, in carcere 30enne

La donna aveva chiamato gli uomini del commissariato dopo essere stata picchiata dal marito, davanti ai bambini e un'altra coppia. L'intervento degli agenti non è servito a calmarlo e si è scagliato anche contro di loro

Una serata tra coppie di amici, con relativi figli, finisce nel peggiore dei modi tra urla, botte e insulti anche alla Polizia. Alle 22,30 di sabato 13 aprile, infatti, una Volante del Commissariato della Polizia di Stato di Busto Arsizio è accorsa in un’abitazione di via Marsala dopo che una donna con accento dell’est aveva richiesto aiuto al 112 dicendo di essere stata picchiata dal compagno.  Giunti sul posto i poliziotti si sono imbattuti in una scena piuttosto animata: in cortile vi erano la donna, visibilmente scossa, il suo compagno – un cittadino romeno di 30 anni – i loro due figli di pochi anni e una seconda coppia con il rispettivo bambino.  I quattro adulti, peraltro, erano in uno stato di forte ubriachezza reso evidente, oltre che dall’alito e dalle frasi sconnesse, dalla presenza di numerose bottiglie vuote sul tavolo della veranda.

L’ingresso dei poliziotti ha causato l’immediata ed inconsulta reazione del trentenne che, rifiutandosi categoricamente di mostrare i propri documenti per essere identificato, è diventato sempre più aggressivo sia nei confronti della compagna, ripetutamente insultata per aver chiesto l’intervento delle forze dell’ordine, sia verso gli stessi poliziotti, contro i quali si è scagliato come una furia spingendoli, minacciandoli, colpendoli e sbattendo contro di loro il cancello in ferro del cortile.

Tale comportamento ha costretto gli agenti, con l’aiuto di una pattuglia della Polizia Locale, ad ammanettarlo e a condurlo in Commissariato da dove, in stato d’arresto per resistenza a pubblico ufficiale e si è rifiuto di fornire le proprie generalità. D’intesa con il sostituto procuratore di turno Raffaella Zappatini è stato condotto in carcere.  Per due poliziotti aggrediti, contusioni multiple con 3 e 7 giorni di prognosi mentre la donna che aveva chiesto l’intervento, intimidita dalle minacce del compagno, non ha voluto denunciarlo né farsi medicare in ospedale.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Aprile 2013
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