Un concordato per aiutare le piccole imprese sovraindebitate
Un convengo della Camera di Commercio mette in luce la drammatica situazione di molte famiglie italiane che non riescono a saldare i loro debiti. Si pensa a un "concordato" con i creditori per ridurre i problemi
In un anno sono state ben 300mila le famiglie italiane che non sono riuscite a pagare i loro debiti. Questo dato, che emerge da uno studio che Banca d’Italia ha recentemente pubblicato, sottolinea l’emergenza di un problema che può ora trovare un’attenuazione grazie a una norma, appena introdotta nel nostro paese, che è stata al centro di un convegno promosso dalla Camera di Commercio con l’Associazione Sindacale dei Notai della Lombardia.
Oggi più che mai, in un contesto di pesante difficoltà economica, ci sono situazioni in cui il debitore – professionista, consumatore o piccolo imprenditore non assoggettabile a fallimento – non è più in grado di adempiere regolarmente alle proprie obbligazioni. Viene quindi a trovarsi in una “crisi da sovraindebitamento” cui porre rimedio. Sempre facendo riferimento allo studio di Banca d’Italia emerge poi che, nell’arco dei dodici mesi, sono state 160mila le famiglie italiane sovra indebitate. Nel 70% dei casi, questa condizione deriva dalla conclusione di un contratto di credito al consumo o, meno frequentemente, di un mutuo.
La nuova procedura di composizione di queste forme di crisi, introdotta dalla legge 3/2012 e modificata con un decreto legislativo del 18 ottobre scorso, consente allora professionista, consumatore o piccolo imprenditore non assoggettabile a fallimento, di concludere un “concordato” con i creditori quando abbiano accumulato debiti superiori alle proprie capacità economiche. E la definizione di questo concordato avviene con l’ausilio di appositi organismi di composizione o di un professionista scelto fra notai, avvocati e commercialisti. «Uno strumento, una via d’uscita, che può rivelarsi molto utile anche per evitare che il sovraindebitamento possa sfociare nei drammatici episodi che in questi ultimi giorni hanno coinvolto piccoli imprenditori e famiglie – sottolinea Mauro Temperelli, segretario generale della Camera di Commercio –. Anche l’ente camerale metterà in campo il proprio organismo di composizione e i professionisti accreditati». Si tratta insomma di un’opportunità da cogliere sulle quali insiste anche Domenico Chiofalo, presidente dell’associazione sindacale dei notai della Lombardia: «La nuova legge assegna un ruolo di grande rilievo ai professionisti, che potranno svolgere, su delega del giudice, i compiti degli organismi di composizione della crisi, aiutando il debitore a trovare l’accordo coi creditori e svolgendo una serie di funzioni di garanzia e di ausilio al giudice. Si tratta di un classico esempio di attività di “sussidiarietà” dei professionisti nei confronti della pubblica amministrazione che potrà consentire una sempre maggiore semplificazione e riduzione dell’attività giudiziaria».
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