I carabinieri querelano il film su Giuseppe Uva

Ci sono altri strascichi giudiziari del “Caso Uva”, e anche stavolta non si tratterebbe di accuse che la procura potrebbe rivolgere ai carabinieri, bensì di persone che stanno dall’altro lato della barricata, se così si può dire. I carabinieri, coinvolti nella famosa notte in cui Giuseppe Uva fu prelevato da via Dandolo e portato in caserma, hanno infatti querelato l’autore del film «Nei secoli fedele» e il regista della pellicola. I militari imputano all’opera cinematografica, presentata a Varese il 30 ottobre del 2012, di aver fornito una immagine distorta e diffamante della vicenda. La procura avrebbe inserito la querela all’interno del fascicolo-bis sull’indagine e presto si saprà come abbia giudicato la doglianza dei carabinieri.
Per lo stesso reato (diffamazione) è già stata indagata Lucia Uva e il giornalista de “Le iene” Mauro Casciari. Nel film compare anche l’avvocato dei carabinieri, Luca Marsico, consigliere regionale del Pdl. Il legale era stato intervistato nel documentario, in una scena a tratti curiosa, in cui alle sue parole venivano associate le immagini della sua collezione di statuine in divisa da carabiniere. 

Ecco uno stralcio del trailer, che illustra il film sotto accusa

NEI SECOLI FEDELE – IL CASO DI GIUSEPPE UVA [TRAILER] from Soul Crime on Vimeo.

Al netto delle manifestazioni e proteste, il bilancio del “Caso Uva” fino a questo momento è il seguente: un medico assolto, due dottori che rischiano il rinvio a giudizio sul versante della colpa medica (la tesi che segue la procura). Mentre l’inchiesta bis sui carabinieri è terminata, ma sta portando sul banco degli imputati non le forze dell’ordine – a cui la procura non contesta alcun addebito – bensì chi ne denunciò l’operato.