Ancora scontro sull’urbanistica. Forza Italia critica Lozito
Sulla delibera per l'applicazione della norma per il recupero dei vani e locali seminterrati esistenti Lega e Forza Italia avevano assunto posizioni divergenti."Attendiamo fiduciosi l'interpretazione del Prefetto"
Prosegue l’animato confronto nella maggioranza di centrodestra a Gallarate sul tema dell’urbanistica, dopo il discusso voto in consiglio comunale sul recupero dei seminterrati. «È mancata la figura di garanzia del Presidente del Consiglio Comunale» dice Forza Italia in un comunicato, criticando la posizione assunta dal presidente dell’assemblea civica Donato Lozito (nella foto).
Il punto è la validità o meno del voto: la delibera è passata con 9 voti (la Lega, Fratelli d’Italia, il sindaco e lo stesso Lozito). Un numero ampiamente inferiore alla metà più uno dei consiglieri presenti in quel momento in aula. La delibera a questo punto è valida? Per chi ha votato a favore, sì. Per Forza Italia invece no. E per questo gli azzurri – che per ragioni politiche tengono molto che l’interpretazione della nuova norma sia più estensiva – si sono rivolti anche al Prefetto.
«Ne rimaniamo convinti. La lettura della Sentenza n. 3372 del 07 giugno 2012 del Consiglio di Stato va avvalorare la nostra tesi: ha assoluta prevalenza quanto prescritto all’art. 70, comma 1, del regolamento del consiglio comunale di Gallarate» spiega ancora Forza Italia nella nota. «E questo perché la sentenza parla chiaro in merito all’interpretazione delle nome statutarie comunali che regolano la partecipazione degli astenuti alle sedute e alla votazione consiliare. Infatti, il regolamento del consiglio comunale preso in esame contiene specificatamente la doppia disposizione, ovvero, sia che per l’approvazione delle deliberazioni del Consiglio comunale è necessario il “voto favorevole della maggioranza di consiglieri presenti” e sia che “il consigliere che dichiari di astenersi dal voto è computato tra i presenti ai fini della validità del voto”, salvo che si allontani dall’aula, senza fornire un’espressa disciplina al computo degli astenuti ai fini della maggioranza per l’approvazione delle deliberazioni consiliari (c.d. quorum funzionale). Motivo per cui il Consiglio di Stato indica che la suddetta interpretazione doveva, nelle specie, ritenersi avvalorata, sotto il profilo logico, perché previsto dalle esistenti norme statutarie. Soluzione utilizzata anche dal regolamento della Camera dei Deputati, che al suo art. 48, dopo aver ribadito la formula costituzionale “maggioranza dei presenti”, specifica al comma 2 “Ai fin del comma 1 sono considerati presenti coloro che esprimono voto favorevole o contrario”. Nel regolamento consigliare del nostro Comune questo non è previsto e regolamentato. Spiace dunque constatare che qualcuno abbia voluto forzare la mano strumentalmente avvalendosi di stralci di una sentenza che al contrario rafforza il concetto del prevedere espressamente la computabilità degli astenuti ai fini della “validità” del voto all’interno delle norme statutarie e regolamentari».
Fin qui la trattazione in punta di diritto, per così dire. Resta poi la valutazione politica, quanto mai ferma da parte di Forza Italia, in un quadro in cui emergono tensioni nella maggioranza: «Non possiamo non tener conto del fatto che sia venuta a mancare in particolare la figura di garanzia del Presidente del Consiglio, il quale anziché tener conto della maggioranza dei voti astenuti, espressione in di non condivisione dell’atto deliberativo, ben 14 consiglieri su 23 presenti, ha fatto sua una interpretazione palesando il suo voto politico favorevole adeso alla volontà del sindaco, quest’ultimo relatore della delibera consigliare. Non rimane che attendere fiduciosi l’interpretazione di Sua Eccellenza il Prefetto con cui intendiamo condividere la nostra. Solo dopo potremo dire se rimarrà, oppure no, fiducia nei confronti della struttura comunale e nella figura del presidente del consiglio che – legittimamente – ha confermato la sua posizione politica apponendo la firma alla pubblicazione della delibera».
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