Raggiunti i playoff, facciamo i conti in tasca alla Cimberio

Colloquio con Stefano Coppa, "ministro delle finanze" della Pallcanestro Varese, alle prese con i rinnovi di sponsor e del primo gruppo di consorziati

In ogni governo che si rispetti, il ministro delle finanze ricopre un ruolo chiave e a questa regola non fa eccezione la Pallacanestro Varese che ha assegnato questo fondamentale dicastero a Stefano Coppa (nella foto a lato con coach Frank Vitucci). È con lui che facciamo il punto della situazione in un momento non casuale: la Cimberio infatti si sta preparando alla sfida per il primato con Sassari ma soprattutto si è già qualificata per i prossimi playoff, con ben otto giornate d’anticipo. A fine stagione però scade il primo triennio del Consorzio e molti degli associati della prima ora dovranno rinnovare il proprio impegno: ecco quindi che i temi caldi sulla scrivania di Coppa si moltiplicano nonostante un momento economico non particolarmente felice.

Cominciamo con il parlare di budget: quello preventivato per questa stagione è totalmente coperto?
«Rispetto alle previsioni manca una parte minima, circa il 3,5% del totale; con la già certa qualificazione ai playoff però la copriremo grazie agli incassi delle partite casalinghe. Da questo punto di vista quindi siamo tranquilli, anche se naturalmente proseguiamo con la ricerca di altre entrate».

I playoff raggiunti comportano variazioni al bilancio?
«Sì, anche perche la qualificazione avvia una serie di clausole contrattuali. Semplificando, possiamo dire che disputare i quarti fa scattare i premi da pagare a giocatori e staff, arrivare alle semifinali ci permette invece di incassare i premi degli sponsor. Dopo aver giocato il primo turno nella scorsa stagione, abbiamo alzato l’asticella in questo senso. Comunque, come detto prima, la copertura economica per i premi alla squadra sarà favorita dagli incassi maggiori che arriveranno in quella serie di partite».

Non è un mistero che sulla maglia della Cimberio ci siano due spazi vuoti, che nessuno sponsor ha finora occupato. Ci sono passi avanti in questa direzione?
«Nulla di concreto, al di là di alcuni contatti verbali. Abbiamo agganciato alcune aziende che già sponsorizzano altre discipline, come aveva spiegato nei giorni scorsi Marco Zamberletti, ma ora hanno bisogno di tempo per capire se e come procedere. Per adesso quegli spazi sono a disposizione anche se l’offerta è da ricalibrare, visto che ci sono sempre meno partite di regular season, ma si sono aggiunte quelle dei playoff. Diciamo che a noi può interessare anche un investitore che abbia prospettive future: possiamo calibrare con lui un’offerta anche per questo ultimo scorcio di stagione».

A proposito di sponsor, quelli attuali sono tutti in scadenza di contratto.
«È vero, ma per il momento evito di fare particolari previsioni: ne parleremo a fine aprile quando la situazione sarà più chiara. Tutti i contratti sono da rivedere: con diversi sponsor mi pare di poter dire che l’accordo proseguirà senza problemi, ma dovremo valutare su quali importi e modalità».

Intanto i vicini di casa di Cantù ne hanno trovato uno sino a fine stagione.
«Cantù si chiamerà Lenovo, gigante cinese dei computer che sponosorizza attraverso la propria filiale europa. Io dico che è un bene: il basket italiano ha bisogno di investitori importanti e credo che in questi casi possa crearsi un effetto a catena. Guardiamo agli anni d’oro del nostro sport: allora c’erano marchi di primaria importanza, a partire da Ferrero con il marchio Kinder».

Passiamo al Consorzio: a fine stagione scadono una trentina di associati. Cosa proporrete loro per proseguire con l’investimento nella Pallacanestro Varese?
«Ci sono alcune idee in cantiere e all’interno del nostro gruppo dirigente questo argomento è sempre all’ordine del giorno. Stiamo andando verso la creazione di una proposta a due livelli per i consorziati in vista di rinnovo: proporremo sia la possibilità di aderire con la semplice quota (come oggi) o di integrarla in una formula che permetta di affiancare anche una sponsorizzazione vera e propria. Non dimentichiamoci che scade anche l’accordo con il Casti Group, proprietario precedente che in questi tre anni ha garantito una quota importante, seppure in calando. Per prima cosa dovremo trovare il modo di coprire quella porzione di introiti. Anche per questo non smettiamo di cercare nuovi consorziati: qui qualcosina si sta muovendo, stiamo a vedere. Inoltre, ma questo discorso va oltre il Consorzio, in caso di qualificazione a una Coppa Europea della squadra, dovremo affrontare una serie di costi aggiuntivi».

Chiudiamo con un paio di curiosità legate sempre all’ambito monetario della società. Che peso hanno i contratti televisivi? E il palazzetto, passato sotto la vostra gestione diretta grazie all’accordo con il Comune?
«In entrambe i casi non si tratta di introiti elevati, ma comunque qualcosa arriva. La televisione garantiva 170mila euro con Sky; ora l’apporto si è abbassato con i 70mila dell’anno scorso che quest’anno dovrebbero crescere leggermente, fino a circa 85mila euro anche se l’audience maggiore dei canali in chiaro in qualche modo compensa questa differenza. Noi spuntiamo qualcosa in più di altri perché il contributo ha una parte fissa e una variabile, legata al numero di abbonati e ai passaggi televisivi: la Cimberio è andata spesso in diretta nazionale e i playoff permetteranno ulteriore visibilità in questo senso. Per quanto riguarda l’uso del PalaWhirlpool, anche da lì abbiamo iniziato ad avere qualche ricavo legato a spettacoli, concerti o per esempio all’affitto per la Final Four di Coppa Italia di volley femminile. In tutto quest’anno si arriverà a un introito di 20/25 mila euro ma ci aspettavamo qualcosa di più. Per questo stiamo cercando canali per la gestione diretta degli eventi: proporremo agli organizzatori dei pacchetti di serate; l’affitto della singola data magari si abbasserà ma avremo la garanzia di una maggior copertura del calendario. Insomma, anche su questo fronte non smettiamo di lavorare».

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Pubblicato il 14 Marzo 2013
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