Bersani a Busto: “Volevano fermare la ‘ndrangheta con le ronde padane”

Dura critica del segretario Pd al ventennio formigoniano e leghista nella roccaforte del centrodestra: "Anche qui, come è successo a Milano, possiamo farcela". Avvertimento a Grillo: "Si sta ponendo fuori dalla democrazia"

Pierluigi Bersani è arrivato a Busto Arsizio per tirare la volata ai candidati del territorio, più di due anni dopo l’assemblea nazionale che si era svolta a Malpensafiere. Oggi come allora la preoccupazione del leader del Pd è battere il centrodestra nella sua roccaforte, dove Pdl e Lega Nord fanno il pieno di voti da sempre. «Sono qui per far capire che quello che ci hanno lasciato 20 anni di centrodestra è una sequela di fallimenti – spiega ai giornalisti appena sceso dall’auto – perchè si capisca che con le ronde padane non si può fermare la ‘ndrangheta». Bersani ha ripetuto questa frase anche qui, davanti al Museo del Tessile di Busto, un’area che ha visto diverse inchieste su mafia e ‘ndrangheta colpire nuclei ben organizzati di mafiosi che operavano (e probabilmente lo fanno ancora, ndr) su questo territorio.

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In sala è accolto dall’applauso dei candidati alle regionali e alle nazionali, oltre che dai militanti del Pd che chiedono a lui di parlare di scuola, pensioni e lavoro. Bersani non si sottrae e nel suo breve discorso attacca subito gli avversari: «Qui avete tre bei giaguaroni da smacchiare – dice – Maroni, Berlusconi e Formigoni. Questa volta il vento è cambiato e sono sicuro che ce la farete, qui in Lombardia dobbiamo avere la consapevolezza della nostra forza com’è accaduto a Milano». Dopo l’iniezione di ottimismo ai suoi si addentra sui temi della campagna elettorale: «Dobbiamo far ripartire le piccole opere – spiega – farle fare ai comuni che devono poter tornare a investire. Da quando c’è il federalismo il risultato è che i comuni sono bloccati. Penso anche al lavoro dei giovani, alla banda larga e alle nuove forme imprenditoriali». Bersani ha poi attaccato Grillo: «C’è protesta, c’è rabbia e lo capiamo ma a Grillo dico che non può andare in giro a dire che siamo tutti uguali, non può non rispondere alle domande perchè così facendo si sta ponendo fuori dalla democrazia e con le sue promesse di uscire dall’euro, di dare 1000 euro al mese a tutti ci porterà dritti in Grecia se non peggio».

Bersani ha ribadito, infine, che «il Pd è l’unica realtà politica che ha una storia alle spalle e un futuro davanti – ha detto – perchè dietro di me non c’è il vuoto come per Ingroia, Grillo o Berlusconi. Alle mie spalle c’è il Pd con uomini e donne preparate e capaci». Il breve discorso del segretario democratico si è concluso con un pranzo nella sala gemella del Museo, insieme ai sostenitori del Pd.

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Pubblicato il 19 Febbraio 2013
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