Ci stiamo “mangiando” l’Italia
Uno studio del Centro di Ricerca mette di nuovo l'accenno sulla velocità del processo di cementificazione del nostro paese. Ogni 5 mesi si urbanizza un'area pari a Napoli
In Italia si consuma sempre più suolo. Lo rivela un’indagine del Centro di Ricerca ISPRA, secondo la quale il consumo di suolo, che nel 1956 cresceva in media del 2,8%, è arrivato a crescere del 6,9% nel 2010. Il momento di massima espansione si è raggiunto negli anni ’90 con addirittura 10m2 al secondo per poi passare a una media di 7 negli anni duemila. Il processo di cementificazione ha inesorabilmente invaso il territorio italiano, sconvolgendone l’aspetto e provocando l’insorgere di problematiche ambientali.
Dai risultati ottenuti si osserva il drammatico cambiamento subito dal nostro paese negli ultimi anni: dagli 8 mila km2 di suolo consumato all’anno nel 1956, si passa ai 20 mila km2 nel 2010. In altre parole, ogni 5 mesi viene cementificata una superficie pari a quella del comune di Napoli e ogni anno una pari alla somma delle superfici di Milano e Firenze.
Per questo l’Europa, essendo tra i continenti con la più alta percentuale di suolo utilizzata per insediamenti abitativi, infrastrutture e sistemi di produzione, ha dato vita a una prospettiva di gestione a lungo termine all’interno del Settimo Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo Tecnologico (2007-2013) che finanzia azioni di ricerca per la protezione del territorio. In questo quadro la Commissione europea ha proposto una Strategia tematica per la protezione del suolo che stabilisce il rispetto da parte degli Stati membri di obiettivi comuni e una gestione integrata in modo da prevenirne il degrado. Per preservarne le capacità ecologiche, economiche e sociali gli Stati devono adattare le loro azioni nel rispetto del quadro legislativo comunitario garantendo un utilizzo del sostenibile suolo, limitandone impermeabilizzazione e recuperando le aree degradate.
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