Catellani: “Bisogna risanare la società per dare tranquillità alla squadra”
Il nuovo presidente del Varese ha parlato per la prima volta ai giocatori
Pacato e preoccupatissimo, per sua stessa ammissione. Come deve esserlo chi ha scelto di diventare presidente di una società di calcio che non naviga in buone acque. Sauro Catellani non ama essere chiamato presidente perché non gli piacciono le definizioni roboanti. «Chiamatemi Catella, come ai tempi in cui giocavo» ha detto ai giornalisti e ai tifosi presenti al Franco Ossola per la sua prima visita alla squadra.
Prima di confrontarsi con i giocatori, Catellani ha parlato a lungo con il vicesindaco Daniele Zanzi con il quale ha ripercorso i fasti del vecchio Varese, quello della serie A, snocciolando nomi e date, da Calloni a Libera, da Guida a Della Giovanna, come due ragazzini davanti a un album delle figurine Panini.
Ha incontrato il gruppo dirigente del Varese e, dopo l’allenamento è entrato nello spogliatoio per parlare con i giocatori. «Purtroppo ho seguito un po’ poco i campionati dilettantistici – ha detto il neopresidente – certamente si possono portare degli aiuti a questo gruppo di ragazzi che comunque possono figurare molto bene, nonostante la classifica attuale».
Un pensiero è andato anche ai tifosi e ai malumori della curva. L’ex stopper dell’Inter, rivolgendosi ai giocatori, ha fatto una battuta sugli striscioni per rasserenare l’ambiente. «Quando sono contenti i tifosi – ha spiegato Catellani – siamo contenti anche noi. Le critiche non mi hanno mai spaventato, fanno parte del gioco. Quello che invece mi preoccupa è il risanamento della società per dare tranquillità ai ragazzi. Io ho fatto il calciatore e so che l’unica brutta esperienza l’ho avuta quando la società non c’era».
Catellani alla domanda se anche il suo ex compagno di squadra all’Inter Graziano Bini entrerà nella società ha risposto: «Graziano è un amico nonché mio vicino di casa e si è detto disponibile a darmi una mano».
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