Nella biblioteca dove si insegna “la fatica” della ricerca delle fonti
La biblioteca dell'università Cattaneo è un luogo importante per gli studenti della Liuc che ci passano molto tempo ma è anche al servizio del territorio con corsi per studenti delle superiori
Quarta tappa di “Biblioteche in tour“. Trovate qui la presentazione del progetto di VareseNews
La biblioteca di un’università è, per definizione, diversa dalle biblioteche pubbliche comunali. Quella della Liuc, però, cerca di differenziarsi anche da una biblioteca universitaria perchè cerca di mantenere un contatto con l’ambiente esterno.
A raccontarcela è Laura Ballestra, responsabile servizi al pubblico:
«Cerchiamo di garantire una funzione educativa a 360 gradi. Certamente serviamo la nostra comunità di riferimento che sono studenti e ricercatori. Siamo, però, anche aperti al territorio con iniziative come “Non solo tesine” in cui vengono coinvolti gli studenti delle scuole superiori, oppure le learning week sull’industrializzazione della Valle Olona».
Oggi la biblioteca Mario Rostoni può considerarsi un ibrido con i suoi 115 mila libri cartacei e 30/40 mila in digitale ma le necessità degli studenti non sono cambiate: «I bibliotecari sempre a contatto con gli studenti. Siamo i loro consulenti perché li aiutiamo ad orientarsi nell’uso dei documenti, una necessità per molti di loro perché permette di ottimizzare il tempo. Non siamo una scatola di libri e non tutto il sapere è online».
Laura Ballestra ha visto cambiare radicalmente il suo luogo di lavoro e l’organizzazione in questi 20 anni: «Quando sono arrivata non c’era nemmeno il catalogo online. Oggi l’obiettivo è far scoprire che ci sono documenti straordinari che non sono gratuiti e facili da avere come su internet. In un momento storico in cui ci si concentra molto sugli strumenti del sapere, noi poniamo l’attenzione sui documenti e sull’uso che ne va fatto».
La Ballestra sottolinea come sia difficile far capire che per approfondire bisogna faticare nella ricerca delle informazioni. Il problema è ancora più evidente con le ultime generazioni: «Facciamo consulenze e corsi di information litteracy sia per universitari che per le scuole superiori – racconta Sara Vago, che proprio di questo si occupa – organizziamo in collaborazione con le biblioteche civiche e il corso si tiene nelle loro strutture. Fino all’anno scorso facevamo corsi per 1600 studenti all’anno, un numero in calo anche perchè da quest’anno spariscono la terza prova e la tesina dall’esame di maturità».
In realtà di questi corsi ce ne sarebbe bisogno sempre e comunque anche per combattere il fenomeno delle false credenze, delle fake news che manipolano la conoscenza: «Li facciamo ragionare sull’ambito scelto per la loro tesina – spiega Vago -. Diamo loro consapevolezza. Seguono un processo di ricerca bibliografica o documentale basato su documenti e libri. Attraverso varie fasi li facciamo ragionare per focalizzare fino alla domanda di ricerca». In buona sostanza li aiutano a fare distinzione delle fonti e la sviluppare la capacità di capirne l’affidabilitá. Insomma imparano ad usare la rete nel modo buono.
La biblioteca dell’università ha anche una sezione dedicata ai documenti sul cotonificio Cantoni (il cui edificio principale ospita le aule dell’università) e sulla protoindustrializzazione in Valle Olona: «È una storia che si sta perdendo ma che è fortemente connessa all’archeologia industriale. Organizziamo learning week con studenti da tutta la Lombardia che si interfacciano con complessità della storia».
L’altra particolarità è l’archivio Carlo Cattaneo: al pensatore, a cui è stata intitolata l’università, è dedicato un fondo. Si possono trovare, anche on line, le opere su Cattaneo e sul suo pensiero, alcuni titoli sono anche in inglese. Recentemente si è aggiunto un fondo di opere donate dal professor Coda.
Abbiamo fatto anche due chiacchiere con Andrea Bosio, dottorando in finanza, originario di Varedo (Brianza): «La biblioteca per me è fondamentale per la ricerca. Qui troviamo risorse a cui non avremmo accesso. Questo non è solo un luogo dove trovare libri ma anche un prezioso contenitore di notizie e articoli che sono alla base della conversazione accademica. È importante non solo sapere solo quanto c’è sui libri ma anche quanto viene pubblicato su riviste di settore. Negli anni cambia il modo di utilizzarla. Quando si è matricole si inizia dai libri e pian piano si arriva ad utilizzare risorse live».
Prima di salutare ci intratteniamo anche con il direttore della biblioteca Piero Cavaleri che lavora qui dall’inizio: «Questo luogo è cresciuto negli anni e si è arricchito sempre di più – spiega – ne abbiamo viste un po’ di tutti i colori qui dentro ma devo dire che, rispetto ad altre realtà universitarie, qui è molto tranquillo e gli studenti rispettano il luogo, le persone che vi lavorano e gli altri utenti».
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