Caielli: “Chiamati a scegliere su una fusione calata dall’alto”
Vantaggi da dimostrare e scarsa partecipazione, "anche il sindaco assente nel giorno più importante". Ecco perché il consigliere di opposizione, contesta la fusione con il Comune di Ternate
Vantaggi tutti da dimostrare, percorso poco partecipato e frutto di una scelta calata dall’alto. È sulla base di queste valutazioni che Giacomo Caielli, consigliere di opposizione a Varano Borghi, contesta la “fusione a freddo” con il vicino Comune di Ternate.
Abbiamo visto come si stia avvicinando la data del referendum che passerà la palla della scelta ai cittadini e la scadenza sta facendo inevitabilmente discutere sul da farsi. Varano Borghi e Ternate devono diventare un’entità unica?
Secondo Caielli la fusione non è il male assoluto ma è il metodo scelto che è completamente sbagliato, a partire dall’atteggiamento di chi sta amministrando.
«La sera di martedì 27 marzo abbiamo avuto in Consiglio comunale il passaggio cruciale della delibera sull’indizione del referendum e il sindaco era assente – spiega Caielli -. Un’assenza abbagliante: si sta deliberando su una scelta epocale per il futuro del proprio paese, perché badi bene che dalla fusione non si torna indietro, e per un Sindaco è doveroso essere presente, e ogni altro impegno, qualunque esso sia, dovrebbe essere in secondo piano».
Entrando nel merito della proposta di fusione, invece, cosa ne pensate?
«Le esperienze di fusioni tra comuni già viste in altre parti d’Italia dimostrano che non è possibile dire a priori che “da questa fusione abbiamo tutti da guadagnare”, come sostiene il Sindaco Calcagno. Ad esempio a Valsamoggia, in Emilia-Romagna, un consigliere comunale un tempo entusiasta pro fusione si è ricreduto. Ora è disponibile a spiegare nelle assemblee pubbliche che la fusione va fatta per un ideale, e non per i soldi. Sostiene che “I contributi economici sono erogati a parziale copertura dei costi e non sono certi”. Altro problema in cui potrebbero incorrere i comuni nati da fusione: la trappola del blocco degli aumenti dei tributi».
Quindi non sono i vantaggi attesi quelli ai quali bisogna guardare?
«Quel che io ho sempre contestato è l’idea di fusione a mio avviso frettolosa e lacunosa, basata solo su discutibili ragioni economiche anziché sul progetto politico che dovrebbe esserci alla base. Mi spiego meglio: se i ternatesi e i varanesi avessero preso spontaneamente l’iniziativa di proporre la fusione tra Comuni, magari creando comitati di cittadini, sviluppando un’idea di come immaginiamo il nuovo paese unico e promuovendo una raccolta firme tra i cittadini, da proporre poi alle amministrazioni comunali, sarebbe stata tutta un’altra faccenda. Così, però, il referendum sembra decisamente calato dall’alto».
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