Diminuisce la disoccupazione in Svizzera. La polemica contro i frontalieri è inutile
A marzo il calo è stato di 0,3 punti, pari al 2,9%. In Ticino di 0,6 punti, pari al 3,1%. In termini assoluti i senza lavoro sono 5.223. Speroni: «La polemica sui frontalieri è pura invenzione»
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Come segnalato dalla SECO (Segreteria di Stato dell’economia), la disoccupazione in Svizzera è calata, nel mese di marzo – rispetto a febbraio – di 0,3 punti, pari al 2,9%; in Ticino di 0,6 punti, pari al 3,1%. In termini assoluti i senza lavoro sono 5.223, quindi 1.016 unità in meno.
Ancora una volta, si dimostra che la polemica sui frontalieri, di cui all’iniziativa “Prima i nostri”, si basa su degli elementi di pura invenzione, diffusi demagogicamente dall’UDC e dalla Lega dei Ticinesi. Nei Grigioni – dove pure esiste un notevole tasso di frontalierato – il tasso di disoccupazione è sceso addirittura all’1,4% (1541 unità).
Si dimostra così nuovamente che l’unica soluzione valida – a difesa di tutti i lavoratori, sia Ticinesi che frontalieri, è quella dell’emanazione di una legge sul “salario minimo” – come quelle già in vigore nel Giura e a Neuchâtel, in modo da evitare il “dumping” salariale.
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Contrariamente a quanto avviene in Italia, in Svizzera il periodo di disoccupazione è limitato, nella migliore delle ipotesi a 24 mesi, dopodiché 3 strade: si esce dalla disoccupazione senza più fare niente; oppure ci si mette in proprio con una “ditta individuale”; oppure si chiede di entrare in Assistenza.
In tutti questi casi la persona sparisce dalle cifre della disoccupazione!
I dati della SECO sono fuorvianti! Se consideriamo, solo, coloro che aprono una ditta individuale e quelli che entrano in Assistenza, le cifre raddoppiano!