Maltrattamenti all’asilo, mamme e bambini sfileranno in manifestazione
L'iniziativa si terrà sabato 19 maggio alle 17. Ad oggi una ventina le famiglie che parteciperanno
Le famiglie che parteciperanno, per ora, sono una ventina. Poi ci saranno i parenti parenti, gli amici, e i semplici cittadini.
Il perché sarà presto visibile anche sui volantini, che le mamme dell’asilo di Gavirate stanno preparando per chiedere ad alta voce due cose: le telecamere negli asili e nelle strutture dove vengono accuditi anziani e persone in condizioni di fragilità, e per dire no ad ogni forma di violenza sui bambini.
Ad organizzare questa manifestazione è un gruppo di mamme i cui bambini sono rimasti vittime di quei maltrattamenti raccontati dalle immagini delle telecamere nascoste messe dai carabinieri di Besozzo che hanno documentato l’accaduto: le indagini continuano, e la magistratura si pronuncerà.
Nel frattempo in paese l’indignazione non è passata, la ferita è ancora aperta anche se le insegne all’asilo non ci sono più.
«La richiesta per la manifestazione è stata presentata oggi alla polizia locale – spiega Jessica, una delle mamme dell’asilo – . Era presente anche il sindaco e il suo vice, abbiamo parlato di quello che faremo e di quello che farà lei: un piccolo discorso al momento del ritrovo, lì fuori da dove portavamo i nostri bambini».
La manifestazione si terrà sabato 19 maggio alle 17 e prevede un ritrovo fuori dall’asilo, la partenza verso la piazza del Comune e poi la svolta sul percorso pedonale verso il mercato e il rientro al punto di partenza. Qualche centinaio di metri con anche i bimbi che lanceranno dei palloncini.
La maggior parte dei genitori sta in questi giorni interpellando gli avvocati per far valere nelle sedi opportune le pretese nei riguardi delle due persone coinvolte nei fatti, non ancora imputate, ma colpite da misure cautelari.
Anche sul fronte dell’organizzazione dei tempi della famiglia, molti genitori hanno dovuto sopperire all’assenza della struttura in diversi modi: c’è chi ha ricorso a baby sitter e chi, come nel caso di Jessica, ha dovuto ridiscutere i turni di lavoro per non lasciare soli i piccoli.
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