Da Lonate a Torino: premiata la cultura, l’educazione e la consapevolezza nei giovani
Il video, prodotto dagli studenti dell’Istituto comprensivo Carminati di Lonate Pozzolo in collaborazione con la cooperativa sociale NATURart, è vincitore come Migliore Fiction al Salone Internazionale del Libro di Torino
“Guardati intorno, non c’è solo Internet, metti alla prova la tua curiosità. Appassionati e scontrati con punti di vista diversi e soprattutto fai crescere dentro di te il seme della curiosità e coltiva i tuoi saperi perché il campo… c’è”: questo è l’importante messaggio veicolato dallo spot “C’è campo?”, realizzato dal Consiglio Comunale dei Ragazzi di Lonate Pozzolo nell’ambito dell’iniziativa “Bibliotecario per un giorno” in collaborazione con l’Ecomuseo della Brughiera e del Gaggio, l’Istituto comprensivo “C. Carminati” e con il progetto “A scuola di Legalità” della cooperativa sociale NATURart.
Il video ha ricevuto il prestigioso riconoscimento al Salone Internazionale del Libro di Torino, aggiudicandosi il primo premio nella Sezione Fiction. Una delegazione di coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione hanno presenziato alla cerimonia di premiazione del videoclip, che è stato realizzato per i 50 anni della Biblioteca Comunale di Lonate Pozzolo.
Molto soddisfatta la dirigente della scuola Fabiana Ginesi: «Un riconoscimento molto importante e inaspettato: abbiamo raggiunto l’obiettivo di lavorare con i ragazzi e di rimettere in gioco la biblioteca, luogo di cultura del paese, collegandolo ai nostri preadolescenti. Una finalità educativa che sta andando ben oltre i nostri confini territoriali».
Una pubblicità sociale e di promozione della lettura: «Subito si è capito il valore del messaggio e della scelta di impostazione. E così è arrivato questo premio in un contesto internazionale e di prestigio». “C’è campo” è stato realizzato da una trentina di studenti nell’ambito del progetto di “A scuola di Legalità”, che lavora sui temi del bullismo e cyberbullismo e anche su quello della cittadinanza attiva: «Nell’ambito di una serie di incontri fatti con i ragazzi – spiega l’educatrice professionale Chiara Zuffrano – abbiamo inventato la storia e messo insieme tutte le professionalità e competenze: sceneggiatura, storyboard, troupe cinematografica per le riprese, backstage, scenografe e montaggio. Ognuno ha avuto il suo ruolo indispensabile e tutti i passaggi sono stati realizzati attivamente dai giovani, lavorando sull’integrazione, sul rispetto dell’altro e sulle competenze».
Anche la scelta dell’utilizzo del cellulare non è casuale: «Da tre anni lavoriamo per uno strumento che non va solo demonizzato in quanto tale, ma integrato per un uso corretto e consapevole, stimolando l’uso creativo e propositivo per documentare esperienze culturali. I ragazzi hanno tirato fuori il loro talento e si sono impegnati: essi sono i cittadini del futuro ed è fondamentale lavorare con le nuove generazioni su questi aspetti».
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