Gino Paoli: “Ho cominciato scambiando pomodori in cambio di dischi”
Al Premio Chiara Parole della Musica il grande cantautore ligure ripercorre sessant'anni di carriera, di storia italiana e storia della musica
![Gino Paoli al Premio Chiara](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2018/05/gino-paoli-al-premio-chiara-674486.610x431.jpg)
Protagonista di una stagione che sembra irripetibile, custode della storia della canzone italiana d’autore, Gino Paoli arriva a Varese per il Premio Chiara Parole della Musica e regala un racconto emozionante, ironico, fatto di tanti incontri.
«Ho cominciato scambiando pomodori per dischi» ha ricordato Paoli. Era il primissimo dopoguerra, a Pegli, periferia della Grande Genova ferita dai bombardamenti alleati e dalla battaglia per la Liberazione. Se ne vanno i tedeschi, arrivano gli americani, carichi di ogni ben di Dio, musica compresa. «Ma non avevano i prodotti freschi, mentre noi avevamo gli orti di guerra. Io davo i pomodori, loro mi davano i V-disc, i dischi che gli artisti americani incidevano senza compenso per i soldati».
È una, solo una delle tradizioni che confluiranno nella sua canzone e nella nuova canzone italiana d’autore, forgiata tra le difficoltà e le speranze di quegli anni. “Tra la via Emilia e il West”, tra il paesaggio umano italiano e l’immaginario americano, come avrebbe detto Francesco Guccini, tra i premiati in precedenti edizioni di Premio Chiara Parole della Musica (come ha ricordato in apertura Vittorio Colombo).
«Mio padre ascoltava Giordana, Puccini. Erano queste le mie due radici: la musica operistica e quella americana. E poi anche la canzone napoletana» ha continuato poi Paoli. È su queste basi che sessant’anni fa (quasi) esatti, nel 1959, Paoli esordì con i primi singoli, anticipando l’improvviso successo dell’autobiografica La gatta: «La gatta uscì in forse 80 copie. Poi in estate ha iniziato a girare nei juke box. In 3 mesi mi son ritrovato ad essere un divo della canzone».
![Gino Paoli al Premio Chiara](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2018/05/gino-paoli-al-premio-chiara-674503.610x431.jpg)
«Prima le canzoni erano diventate solo divertimento. Noi cantautori abbiamo cambiato le carte in tavola, siamo tornati a farli diventare espressione. Ma i francesi sì, i francesi avevano cominciato da chissà quando». Trenet, Brassens, Brel «belga dal francese duro», Aznavour. Tutti incrociati in carriera da Paoli, molti tradotti. «L’unico che non ho conosciuto è Brassens». Faceva forse anche un po’ anche il confine, ma è dalla Liguria che passò la scoperta dei francesi, altro grande traduttore dei francesi fu De Andrè.
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