Appello Uva, la sorella chiede quattro euro di risarcimento

Richiesta simbolica di un euro per ogni capo di imputazione contestato a poliziotti e carabinieri imputati

Avarie

«Si spoglino per sempre della divisa, i soldi non ci interessano, ci bastano 4 euro».

È la richiesta pronunciata da Lucia Uva di fronte alla Corte d’Assise d’Appelllo di Milano dove oggi, mercoledì, era la volta delle parti civili nell’udienza di secondo grado per la morte del fratello Giuseppe Uva, avvenuta nell’estate di dieci anni fa.

La proposta di risarcire la sorella della vittima con un euro per ogni capo di imputazione contestato originariamente agli imputati (omicidio preterintenzionale, sequestro persona, abbandono di incapace, abuso di autorità) era già stata avanzata in primo grado dagli avvocati Alberto Zanzi e Fabio Ambrosetti al Tribunale di Varese, che nel 2016 ha assolto gli imputati da tutte le accuse.

«Non voglio che vadano in carcere – ha detto Lucia Uva parlando con i cronisti fuori dall’aula – ma che si spoglino della divisa che portano».

Ora toccherà alle discussioni delle difese, per le quali sono imputati due carabinieri e sei poliziotti assolti in primo grado.

Solo qualche giorno fa gli agenti delle forze dell’ordine imputati avevano reso noto di voler rinunciare alla colletta in corso dal 2014 tra i colleghi per pagar loro le spese legali e devolvere il ricavato a un agente rimasto coinvolto anni fa in un grave e invalidante incidente stradale.

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Pubblicato il 23 Maggio 2018
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