I campioni si raccontano: “Lo sport come palestra di vita”
Successo di pubblico per l'evento organizzato da Area Giovani che ha portato tanti campioni dello sport a raccontare le proprie storie ed esperienze
Un altro grande successo per l’Associazione Culturale Area Giovani per la serata dal titolo “Sport: palestra di vita”, svoltasi martedì 22 maggio. Oltre 250 le persone presenti al Teatro di Via Dante di Castellanza per ascoltare la testimonianza di grandi personaggi legati al mondo dello sport.
«L’idea di organizzare questa serata -ha dichiarato in apertura il Presidente Alessio Gasparoli– nasce dall’intenzione di informare e coinvolgere tutti, in particolare i giovani, su una tematica a noi vicina, non limitandosi a raccontare esperienze e successi sportivi, ma soffermandosi sull’importanza che lo sport ricopre per il percorso educativo di ogni persona. Sport: palestra di vita è il titolo che abbiamo scelto perché riteniamo che lo sport sia fondamentale per la crescita di ogni persona”.
Don Albertini ha aperto il dibattito parlando dello sport sano, dei suoi valori e dell’importanza del rispetto delle regole: «Per fare sport bisogna stare in messo agli altri. Lo sport costringe a mettersi in gioco e a vivere delle vere relazioni umane in un mondo dove i telefonini spesso portano all’isolamento». Gli organizzatori hanno scelto di mostrare dei video con le immagini più emozionanti della carriera degli sportivi presenti. Dallo sci alla pallavolo, passando per il nuoto fino allo sci nautico praticato da Daniele Cassioli, atleta paraolimpico non vedente e ventidue volte campione del mondo, che ha raccontato come lo sci nautico sia per lui una vera passione, ribadendo quanto questa sia fondamentale nello sport come nella vita.
Emanuele Arioli, psicologo dello sport, ha spiegato in che cosa consiste la sua professione, sottolineando quanto sia importante la preparazione mentale per raggiungere ottimi risultati e per superare le sconfitte e i momenti di difficoltà, come è avvenuto a Giorgio Rocca alle Olimpiadi Invernali di Torino 2006 “Vincere sembra sempre semplice, ma per farlo bisogna lavorare tanto. Ovviamente poi quando si cade è sempre una delusione, ma bisogna rialzarsi e guardare avanti».
Lo sport femminile è stato invece rappresentato dalla bustocca Arianna Castiglioni, campionessa italiana di nuoto, e da Caterina Cialfi, pallavolista Futura Volley Giovani Busto Arsizio. La prima a 17 anni ha vinto la medaglia di bronzo ai campionati europei. Arianna ha raccontato quanto sia «difficile superare un infortunio che ti costringe a restare fermo diverso tempo, ma ci vuole pazienza e bisogna porsi obiettivi per superare gli ostacoli». Caterina ha parlato della sua esperienza personale, affermando di non essere il bomber della squadra, lei aiuta a fare i punti, ma il suo ruolo è fondamentale. Ha poi raccontato la sua scelta di scendere di categoria per proseguire gli studi in medicina. “Lo sport è importante, ma la carriera non dura in eterno. Lo studio e la formazione sono le basi per costruire il proprio futuro”. Don Albertini ha concluso la serata ringraziando i ragazzi di Area Giovani che lo hanno invitato e ha ribadito la rilevanza di questo evento voluto fortemente dai giovani nell’anno in cui la Chiesa riflette proprio su di loro con il Sinodo.
Il Sindaco di Castellanza, Mirella Cerini si è complimentata con gli organizzatori “Voglio fare i complimenti ai giovani che hanno organizzato questa serata. Hanno proposto un’ottima iniziativa con relatori di alto livello. Area Giovani sta crescendo evento dopo evento, proponendo serate interessanti e coinvolgendo sempre più giovani”.
Una serata senza dubbio di successo e che ha analizzato la tematica dello sport in tutte le sue sfaccettature, come era nelle intenzioni di Area Giovani. “Lo sport ha un valore ancora più profondo di quello che si possa pensare – ha concluso il Presidente Alessio Gasparoli – e a questo proposito mi piace citare, a 100 anni dalla sua nascita, Nelson Mandela che disse: Lo sport ha il potere di cambiare il mondo. Di unire la gente. Parla una lingua che tutti capiscono. Lo sport può creare la speranza laddove prima c’era solo disperazione”.
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