Bancarotta, assolto Stefano Tosi
Il 54enne, nipote del fondatore della Tintoria L.Tosi fallita nel 2010, è stato assolto dall'accusa di bancarotta fraudolenta e di omesso versamento delle ritenute fiscali
A 8 anni di distanza dal fallimento Stefano Tosi, ultimo proprietario della storica tintoria Luigi Tosi (fondata dal nonno nel 1925), è arrivata oggi l’assoluzione per l’imprenditore bustocco dall’accusa di aver portato alla bancarotta l’azienda omettendo i versamenti fiscali per milioni di euro.
Il collegio giudicante del Tribunale di Busto Arsizio, presieduto dal giudice Rossella Ferrazzi, ha dichiarato il 54enne non colpevole per non aver commesso il fatto.
La travagliata vicenda della tintoria Tosi inizia sul finire degli anni ’90 sulla scia della grave crisi del settore tessile bustocco, ormai diventato troppo poco competitivo a causa degli alti costi di produzione, soprattutto di fronte all’avanzata della concorrenza cinese.
Nel 2009 la crisi è ormai irreversibile e iniziano i primi problemi anche con i sindacati, culminati con l’occupazione dello stabilimento. Poi fu la Guardia di Finanza a ricostruire la gestione aziendale in quegli anni facendo emergere quanto è stato addebitato a Stefano Tosi e al padre Giovanni, allora 78enne.
Oggi la parola fine di una vicenda dolorosa per i 50 operai che hanno perso il lavoro, per una storica famiglia di imprenditori bustocchi e per un intero settore economico che ha trainato lo sviluppo economico dell’area.
Soddisfatti i legali Fabrizio Sardella e Maurizio Allegro Pontani che hanno commentato: «La sentenza restituisce dignità al nostro assistito che ha fatto quanto in suo potere per salvare l’azienda, insiema al padre».
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